(Lettera Napoletana) UNPLANNED, il film-denuncia su Planned Parenthood basato sulla storia vera della ex dipendente della multinazionale USA dell’aborto Abby Johnson, uscito negli USA nel 2019 è arrivato in Italia grazie a Dominus Production, una combattiva distributrice cattolica che ha già fatto conoscere al pubblico altre pellicole escluse dal circuito culturale e mediatico del pensiero unico dominante.
LN ha rivolto alcune domande a Federica Picchi, fondatrice di Dominus Production:
- Come sta andando la distribuzione di UNPLANNED?
Molto bene. Stiamo registrando il tutto esaurito in ciascuna delle città dove il film viene proiettato, Un risultato straordinario.
- I mass-media italiani hanno passato sotto silenzio l’uscita di UNPLANNED, che negli USA ha alimentato il dibattito sull’aborto, ed ha incassato 18, 5 milioni di dollari. Si è scelta la “congiura del silenzio”?
Il film sta facendo buoni incassi, nonostante il silenzio della stampa. Il silenzio, in parte, è stata anche una mia scelta. A Bologna c’è stata la contestazione da parte di un piccolo gruppo e mi avevano suggerito di utilizzarla per fare clamore. Sarebbe stata la strada più facile, ma non ho voluto. Avrei messo gli uni contro gli altri ed impedito di vedere UNPLANNED come deve essere visto. È un film per tutti. Anzi, se dovessi definirlo, direi che è un film per gli abortisti, un film d’inchiesta, che ci fa vedere che cosa avviene realmente nelle cliniche degli aborti. Non ha bisogno di clamore. Ci ignorano? Certo, “prima ti ignorano, poi ti contestano, alla fine vinci”. Siamo alla prima fase.
- Quale impatto sta registrando, girando per le sale, sul pubblico?
UNPLANNED è molto apprezzato, soprattutto dai più giovani. Il feedback che ricevo da tanti di loro è che tratta di temi di cui nessuno gli parla, e vorrebbero portarlo nelle scuole. Mentre gli adulti sono un po’titubanti – hanno paura di parlare di un tema scomodo – i ragazzi hanno tanta voglia di farlo vedere ai loro amici. Sono felice di questo risultato.
- Come risponde il mondo cattolico e pro-life dal punto di vista organizzativo alle proiezioni?
UNPLANNED non è il film dei cattolici o dei pro-life, è il film di tutti. Detto questo, proprio perché è una testimonianza di vita, che non esclude nessuno, sta unendo. Nel silenzio dei media, c’è tutto un mondo di associazioni e singoli che si unisce. Per me è una gioia straordinaria, e credo che sia il risultato più importante finora.
- Dominus Production ha diffuso in Italia anche altri film esclusi dal circuito culturale del pensiero unico dominante, come CRISTIADA. Si può fare un confronto?
Lavoravo a Londra come manager in una Banca d’affari, dove mi occupavo dei mercati emergenti e di derivati. 9 anni fa ho deciso di fondare Dominus Production per fare conoscere delle testimonianza, storie che trasmettano valori. CRISTIADA è un film capolavoro, con Andy Garcia ed Eva Longoria, e la colonna sonora di James Horner, il nome più importante di Hollywood in materia. Un film straordinario, su un argomento difficile come la persecuzione dei cattolici in Messico, ad opera del regime massonico di Plutarco Calles, perciò era considerato un film poco commerciale. Invece ha avuto un grande riscontro di pubblico. A Milano per la prima c’erano più di 1500 persone, ma un po’dovunque ha esercitato un grande richiamo. Poi lo ha trasmesso RAIDUE l’8 Settembre, il giorno della Natività di Maria, anche se alle 23,45… Ha avuto comunque un buon ascolto e poi è stato messo su RaiPlay. UNPLANNED si colloca sulla stessa linea, anzi direi che crea più coesione. Forse in CRISTIADA qualche scena un po’forte ha fatto storcere il nasco a qualcuno. Anche in UNPLANNED ci sono un paio di scene forti, ma lì nessuno può storcere il naso, perché purtroppo è quello che avviene con l’aborto. Dunque, questo film unisce ancora di più. Ci investirò tanto tempo. Per me, è una ragione di vita. Ho scelto di creare DOMINUS PRODUCTION proprio per film come questi. Mostrare la verità è lo scopo della mia vita. UNPLANNED è come se fosse un figlio per me. E vorrei portarlo ovunque, da Roma ai paesini più remoti.
- Quali sono le indicazioni per singoli e gruppi che vogliono organizzare una proiezione di UNPLANNED?
Ci chiamano molte associazioni, e questo mi fa molto piacere. Però spesso chiedono il film solo per la propria associazione, per 30-40 persone. Ma questo non è un film da 40-50 persone. Chi è interessato a proiettarlo nella propria città deve unirsi ad altre associazioni. Spesso li metto io stessa in contatto, e creiamo Gruppi Unplanned-Roma, Milano, o anche Unplanned Chiavari, o paesi ancora più piccoli. Realizziamo delle sinergie, in modo che la diffusione del film sia capillare. Chiedo una partecipazione di almeno 200 persone e, credetemi, non è un ostacolo insuperabile. All’inizio può sembrare un problema, ma è una cosa fattibilissima. Magari si può anche suddividere il pubblico in un paio di proiezioni. Alla sala, invece, ci pensiamo noi. Le associazioni devono solo pensare a portare al Cinema un numero adeguato di spettatori. DOMINUS PRODUCTION è una missione culturale per me, che non prendo lo stipendio. Ma ci sono dei dipendenti, ci sono i contratti con le sale, e dobbiamo operare in modo trasparente e secondo le regole. Alle associazioni chiediamo di occuparsi della diffusione sul territorio, anche con il nostro aiuto, per coinvolgere minimo 200 spettatori. La sala è il problema minore. La cosa importante è il lavoro sul territorio. (LN162/21)