Una Voce Italia ha celebrato a Roma l’11 giugno 2016  i 50 anni dalla  fondazione ( 7 luglio 1966).

Un convegno si è svolto nella Sala Margana ed un Te Deum di ringraziamento è stato celebrato da Mons. Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, nella chiesa di S. Maria in Portico in Campitelli con il servizio liturgico della Fraternità Sacerdotale della Familia Christi.

Il Te Deum, composto dal Maestro Gabriele Taschetti è stato eseguito dalla Cappella Musicale di S. Maria in Campitelli, diretta dal Maestro Vincenzo di Betta.

Il presidente di Una Voce Italia prof. Fabio Marino  ha letto in apertura un messaggio del presidente della Foederatio Internationalis Una Voce, (che raccoglie 41 associazioni nazionali di cinque Continenti) il messicano Felipe Alanís Suárez:  «In 60 anni di battaglia abbiamo portato la Messa Tridentina fino a Taiwan». Un messaggio di adesione è stato inviato da Don Roberto Spataro SDB, segretario della Pontificia Accademia Latinitatis.

La relazione celebrativa è stata svolta dal prof. Filippo Delpino  (“Spes contra spem: l’ardua difesa della Liturgia Romana”). «Chi ha introdotto la celebrazione della Messa in italiano – ha detto  Delpino – lo fece in spregio della Costituzione Apostolica Veterum Sapientia, nella quale  Papa Giovanni XXIII ribadiva la necessità di mantenere il latino nelle celebrazioni».

Ma al di là dell’abolizione della lingua latina e del canto Gregoriano,  il rito riformato (Novus Ordo) – ha rilevato Delpino – «sposta l’accento sulla “Cena” piuttosto che sul Sacrificio e sminuisce il valore cosmico del Sacrificio della Messa, esaltando invece la Comunità».

 Una Voce Italia ha una storia gloriosa. Nell’associazione hanno militato personalità come Cristina Campo e Tito Casini, l’autore de “La Tunica stracciata”, atto di accusa contro la riforma liturgica, che costò allo scrittore toscano una pesante discriminazione che si spinse fino – ha ricordato Delpino – al rifiuto della Comunione”.   Anni di persecuzione, di una “battaglia nella notte” che appariva davvero senza speranza.

Ma la Messa della Tradizione, che fu degli Apostoli, ha resistito e oggi si diffonde tra i tanti delusi di una liturgia piatta e priva di senso del Sacro. «Speriamo che Dio ci permetta di dargli gloria un giorno “una voce”», ha detto il prof. Fabio Marino.

Come nel Prefazio della Santissima Trinità del Messale Romano:  “qui non cessant clamáre cotídie, una voce dicentes…”.

 

 

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