(Lettera Napoletana) – Si intitolava “Verso Sud” la due giorni organizzata dal ministro per la Coesione territoriale Mara Carfagna, a Sorrento il 13 e 14 Maggio. Chiamati a raccolta i vertici politici dell’Italia, da Mattarella e Draghi in giù, oltre a economisti, banchieri centrali, e politici dell’area mediterranea, e dell’Europa dell’Est, per decidere quale futuro dovrebbe avere quello che è attualmente il “Mezzogiorno d’Italia”.
Il futuro secondo lo Studio Ambrosetti
Il ministro Carfagna, salernitana, ha appaltato “Verso Sud” (dovrebbe diventare un appuntamento annuale) allo Studio Ambrosetti di Milano, uno studio di consulenza che organizza da 47 anni un Forum a Cernobbio, sul lago di Como, dove mette a confronto le grandi imprese del Nord ed i politici, e si è trasformato in un think-tank (laboratorio di idee e progetti) diventando “The European House Ambrosetti”.
In realtà ad essere assente dal fastoso Convegno svoltosi a Villa Zagara (oltre 250 invitati, un centinaio di giornalisti accreditati, maxi-buffet in stile matrimonio) era proprio il Sud, con le sue imprese, le Università, gli studiosi, per quello che appare un nuovo progetto di colonizzazione che gode della complicità di buona parte della classe politica meridionale.
Da Milano, lo Studio Ambrosettisi è portato lo staff della segreteria del Convegno, parte delle hostess e perfino i tecnici per le connessioni internet ed audio video. Con risultati deludenti, poiché i giornalisti accreditati hanno dovuto lavorare per due giorni con grandi difficoltà, a causa di una connessione Internet del tutto insufficiente.
Ma, secondo la Carfagna, “The European House Ambrosetti”egli economisti e gli opinionisti arruolati per la due giorni, chi dovrebbe delineare “La strategia europea per una nuova stagione geo-politica economica e socio-culturale del Mediterraneo”, come recital’ampolloso sottotitolo del Convegno di Sorrento?
Il libro bianco che ha introdotto “Verso Sud”, una“analisi socio-economica”sulla condizione e le prospettive dell’attuale Sud, è stato affidato a Valerio De Molli, amministratore delegato dello Studio Ambrosetti dal 2005, e portavoce dell’Advisory Board (comitato consultivo). Le qualifiche sono rigorosamente in inglese. Con lui, nell’Advisory Board, collaborano il giornalista olandese Maarten Lulof Aalderen (che parla fatica un po’ di italiano), corrispondente del quotidiano di Amsterdam “De Telegraaf”, ed il bolognese Stefano Manservisi, ex ambasciatore della UE in Turchia, attualmente docente all’Istituto di Studi politici “Sciences Po” di Parigi.
Se si escludono i presidenti delle sei Regioni meridionali (da invitare obbligatoriamente perché interlocutori e destinatari dei finanziamenti della UE), ed il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi,che è apparso solo per un saluto di circostanza, i meridionali a Sorrento si contavano sulla dita di una mano: l’unico imprenditore invitato è stato Paolo Scudieri, presidente di Adler Group.
Anche tra i giornalisti incaricati di moderare le tavole rotonde la scelta è caduta su direttori e vicedirettori nordici delle testate mainstream, unica eccezione, il direttore del TG2, Genny Sangiuliano.
I 10 “punti-chiave” nel “libro bianco”
Quale prospettiva indica alSud il libro bianco dello Studio Ambrosetti?
Sono 10 i “punti-chiave” e fanno leva sul concetto che “il Mediterraneo allargato è sempre più una regione strategica a livello globale”per la sua posizione geografica.
Il Suddovrebbe diventare “una piattaforma strategica di congiunzione tra le due sponde”[del Mediterraneo]. Il termine più ripetuto dai relatori alla due giorni di Sorrento è stato hub, termine inglese derivato dall’informatica che sta per punto di collegamento e di smistamento.
Dall’hub del Sud dovrebbero passare le merci dirette dal Nord Europa verso l’Africa, considerato il mercato del futuro, e le materie prime e le merci del continente africano dirette ai mercati del Nord.
Per questo il libro bianco si profonde in elogi sui porti del Sud ed, al convegno, si è parlato di secondo corridoio ferroviario europeo TEN-T (Trans European Network Transport) per l’Italia, destinato al Sud.
Il concetto del Sud come hub, viene associato anche alla cosiddetta “green Economy” per una polpetta avvelenata, nascosta nel gergo ideologico e burocratico stile Unione Europea: “Il Sud Italia – è scritto nel libro bianco dello Studio Ambrosetti – deve affermarsi come hub energetico della regione mediterranea (…) assumendo la leadership di una strategia regionale energetica di contrasto al cambiamento climatico”.
L’unica “leadership” concessa ad un Sud privo di centri direttivi nasconde l’intenzione di “investire nel potenziamento di pipeline (oleodotti, n.d.r) e rigassificatori”, con l’obbiettivo – specifica lo Studio Ambrosetti – di “coinvolgere i territori per passare dalla logica NIMBY alla PIMBY (please in my backyard)”.
Il Sud dovrebbe prendersi gli oleodotti ed i rigassificatori che gli altri rifiutano (logica NIMBY, acronimo che sta per “not in my backyard”, non nel mio cortile)
Così, mentre a Piombino (Livorno) duemila persone scendono in piazza e 100 barche occupano il golfo “per dire no al rigassificatore che il Governo intende collocare nel porto” (Ansa, 18.06.2022), le teste d’uovo dello Studio Ambrosetti ed il loro sponsor, il ministro Mara Carfagna (che ne ha parlato esplicitamente nel suo intervento), pensano di trasferire al Sud le infrastrutture inquinanti che gli altri non vogliono.
Poi ci sono le declamazioni rituali su una “strategia per il turismo che posizioni il Sud come destinazione di riferimento nel Mediterraneo”, un turismo che al Sud cresce nonostante la latitanza del cosiddetto “sistema Italia” in materia di trasporti (basta dare uno sguardo al numero di voli da e per il Sud di Itavia, compagnia erede di Alitalia).
Il punto 10 del libro bianco Ambrosetti, che è sintetizzato sul sito web del Ministro per il Sud e la coesione territoriale merita particolare attenzione. Contiene la strategia di questa nuova lobby che si fionda sul Sud, ma sa di dover fare i conti con altre lobby e comitati di affari e con i politici meridionali:
“La governance e la comunicazione della nuova agenda di sviluppo per il Sud Italia nel Mediterraneo sono fattori abilitanti per la realizzazione della visione” – avverte lo Studio Ambrosetti – occorre infatti avviare una revisione della governance partendo dagli attori coinvolti nella realizzazione della nuova agenda”.
Quindi, “si propone di rafforzare i poteri di coordinamento del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale”, cioè della Carfagna, che ha appaltato allo Studio Ambrosetti la definizione delle strategie per lo sviluppo del Sud.
Infine, “si suggerisce di lanciare una campagna apposita basata sul concetto di diversità del Sud Italia, sia in termini di unicità e distintività, sia nella differenziazione rispetto agli stereotipi diffusi (#SudIsDifferent)”
Quanto agli “stereotipi diffusi” (ma da chi, signori dello Studio Ambrosetti?) bisognerà dispiacere a tanti dei frequentatori abituali e committenti degli incontri sul lago di Como. Mentre si può essere d’accordo sulla diversitàdel Sud.
Sì, il Sud è differente. Per Storia, Tradizione, Cultura. Ecco perché a progettare il suo futuro deve essere una classe dirigente, anche politica, con le radici nella sua Storia e non meridionali subalterni, lobbysti del Nord ed imbonitori al seguito, che pensano ad una nuova colonizzazione. (LN164/22)