(Lettera Napoletana) Che cosa nasconde il “protocollo di collaborazione” firmato il 20 luglio scorso tra il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) e l’amministrazione comunale di Comacchio (Ferrara) che progetta un Museo destinato ad ospitare “temporaneamente” una parte dei reperti archeologici (ceramiche, vasi, ori, sculture e rarissime pitture greche) del Museo Napoletano?
L’annuncio del neo-direttore del MANN, Paolo Giulierini, 47 anni, toscano di Cortona, nominato dal ministro per i Beni culturali Dario Franceschini ad ottobre 2015, ha provocato proteste e petizioni contro il trasferimento dei reperti. Una manifestazione davanti all’ingresso del Museo è stata organizzata il 6 agosto dal gruppo meridionalista “Nazione Napolitana Indipendente”, mentre il Consiglio comunale di Castellammare di Stabia (Napoli) ha approvato il 5 agosto all’unanimità un ordine del giorno con il quale mette a disposizione come vetrina per i reperti archeologici di Pompei, Ercolano, Stabia ed Oplonti la Reggia Borbonica di Quisisana, recentemente restaurata.
Di fronte alla polemica montante, Giulierini ha diffuso il testo di una precisazione sui termini dell’accordo. “I prestiti delle mostre dureranno solo 3 mesi per anni”, scrive il direttore del MANN, che definisce “suggestioni” le accuse di voler donare a Comacchio reperti del MANN, parte del cui patrimonio non è esposto per mancanza di spazi. «Operazioni di tal genere – minimizza Giulierini – sono effettuate da anni dal MANN in tutt’Italia e all’estero e consentono, a seconda dei casi e degli accordi, ritorno di immagine, disseminazione della conoscenza del MANN per attrarre nuovi turisti, notevoli introiti».
Quello che Giulierini non dice è che il Museo di Comacchio, che dovrebbe chiamarsi “Museo Delta Antico” non esiste ancora e sarà creato – come riconosce il quotidiano on-line di Ferrara “estense.com” (19.7.2016) (www.estense.com) – proprio grazie ai prestiti dei “tesori nascosti del Museo Archeologico Nazionale”.
Il direttore del MANN glissa anche su altri particolare importanti: il “modello di collaborazione” adottato con Comacchio – definito “un modello per la valorizzazione del patrimonio artistico di tutto il Paese” – è fortemente disuguale. Da un lato, infatti, c’è il più importante Museo del mondo per le antichità romane (grazie agli Scavi avviati nel 1738 da Re Carlo di Borbone) ed una metropoli di un milione di abitanti, dall’altro, il progetto di un Museo ed una cittadina di poco più di 22 mila abitanti.
Quale “ritorno di immagine” potrà venire al Museo Archeologico Nazionale dalla presenza di propri reperti (che andrebbero invece esposti e valorizzati sul territorio napoletano) a Comacchio ? Quanti “turisti” e quali “introiti” potrà assicurare la creazione di quella che già viene definita “succursale” del MANN ?
I firmatari del “protocollo di collaborazione”, che avrà una durata di due anni, ed è rinnovabile, sottolineano che Comacchio “sarà partner del Museo Archeologico Nazionale di Napoli” ma questa partnership (associazione) ricorda una gag del comico Massimo Troisi che in una scena di un suo celebre film propone al fratello: «A mamma regaliamo un televisore, noi mettiamo 300mila e tu 1 milione e 200mila».
Il Museo Archeologico Nazionale, già Real Museo Borbonico, fondato da Ferdinando IV di Borbone nel 1777, Napoli ed il suo territorio hanno molto da perdere, e Comacchio tutto da guadagnare.
La cittadina dell’Emilia-Romagna è candidata al titolo di Capitale italiana della cultura per il 2018. Sarà il futuro “Museo del Delta Antico”, realizzato con i reperti del Museo Archeologico di Napoli il titolo per ottenere il riconoscimento?
È una delle domande che pone lo strano accordo con Comacchio. Da direttore del Museo dell’Arte Etrusca di Cortona, suo incarico precedente, Giulierini aveva sottoscritto accordi con i più prestigiosi Musei del mondo (Louvre, British Museum, Hermitage) a Napoli, invece, propone un accordo con Comacchio, piccolo centro in provincia di Ferrara noto esclusivamente per la produzione di anguille marinate.
È quanto dovuto al ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, che, guarda caso, è di Ferrara ed ha scelto Giulierini tra 20 candidati titolati per metterlo alla guida del MANN ?
Sono domande che la classe politica napoletana, a partire dal sindaco Luigi de Magistris, dovrebbe porre con forza.
Invece, il 27 settembre scorso la Commissione Cultura del Consiglio Comunale, presieduta da Elena Coccia (“Sinistra Napoli in Comune a Sinistra”), alla presenza dell’assessore Nino Daniele, ha ascoltato il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli sull’accordo con il Comune di Comacchio ed “ha espresso apprezzamento per le scelte di dialogo col territorio fatte dal Museo” (ROMA, 28.9.2016). (LN104/16).