(Lettera Napoletana) Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris si compiace della presenza di turisti nelle strade della città, richiamati dal grande patrimonio di arte e di cultura che Napoli ha accumulato nella sua storia.
Ma i suoi sostenitori dei cosiddetti “Centri sociali” occupano edifici pubblici e perfino Conventi di Suore con il suo incoraggiamento e danneggiano a colpi di graffiti e di vernice chiese ed edifici storici.
La mattina di domenica 4 dicembre, approfittando anche della ridotta presenza di Forze dell’Ordine per lo svolgimento del referendum costituzionale, un gruppo di aderenti al Centro (a)sociale Insurgencia, guidato dal consigliere comunale Eleonora Di Majo, eletta nella lista Dema (iniziali di De Magistris), e dal presidente della III Municipalità (che comprende i quartieri Stella e S. Carlo Arena), Ivo Poggiani, altro sostenitore del sindaco, sono stati sorpresi dalla Polizia Municipale, chiamata dai cittadini, in via Mezzocannone, all’esterno dell’edificio dell’Università Federico II, mentre con pennelli e pittura stavano realizzando sul muro all’altezza del civico 14, dopo aver montato un’impalcatura, due enormi riproduzioni dei volti del dittatore Fidel Castro e del guerrigliero comunista Che Guevara.
Insieme a loro c’erano il cileno Mono González, formatosi nella brigata di propaganda del Partito comunista cileno “Ramona Parra”, Sebastian González e Tono Cruz, tutti considerati esponenti della cosiddetta “Street art” (in realtà una forma di agitazione politica) che consiste nel tracciare simboli politici, ritratti, slogan e disegni, utilizzando vernice spray, su edifici pubblici, muri e piazze.
Per bloccare i due dirigenti di Dema (che avrebbero dovuto essere denunciati per danneggiamento di edificio pubblico), gli agenti della Municipale hanno chiesto l’intervento del Comandante del Corpo, Colonnello Ciro Esposito.
Solo allora il gruppo ha finto di desistere e si è allontanato. Ma, come ha riferito a Il Mattino (6.12.2016) lo stesso Comandante della Polizia Municipale, “di sera hanno ripreso e completato il lavoro”.
Poggiani ha rivendicato orgoglioso il gesto: “nel giorno della votazione referendaria e del funerale di Fidel Castro, Mono e Sebastian Gonzáles e Tono Cruz omaggiano la città di Napoli e il valore della Resistenza”, ha scritto l’esponente della lista De Magistris su Facebook.
Il Rettore dell’Università Federico II, Gaetano Manfredi, ha precisato che l’edificio imbrattato appartiene alla Regione Campania. All’interno vi sono aule polifunzionali dell’Università mai utilizzate ed occupate dai cosiddetti Centri sociali.
A Napoli – secondo una ricerca del Comitato civico Portosalvo e dell’Associazione Nazionale Antigraffiti (Corriere del Mezzogiorno, 09.04.2013) – il 90% dei monumenti e dei palazzi storici è deturpato da scritte e disegni tracciati con vernice spray. Ma, a differenza di altre grandi città, come Milano, Roma o Bologna, dove le amministrazioni comunali hanno attivato squadre della Polizia Municipale anti-graffitari ed incoraggiato l’attività di associazioni che ripuliscono i monumenti, la giunta De Magistris ignora del tutto il problema.
Al contrario, l’amministrazione comunale sponsorizza manifestazioni della cosiddetta “Street art”.
De Magistris sull’accaduto in via Mezzocannone è rimasto in silenzio, ma pochi giorni prima, il 26 novembre, aveva commentato così su Twitter la morte del dittatore comunista cubano: “Fidel Castro ha fatto la storia del Novecento e insieme al Che hanno fatto sognare milioni di giovani e sperare in un mondo diverso”.
All’ex pm, notoriamente debole in storia, sfugge che Castro e Guevara (quest’ultimo, eseguendo di persona la condanna a morte di un 14enne nel carcere di La Cabaña che dirigeva) hanno massacrato migliaia di cubani, costretto all’esilio quasi un milione di essi e ridotto ad una spaventosa miseria materiale e morale tutti gli altri, sotto un regime brutale ed oppressivo.
Ma il tweet di De Magistris sarà stato scritto da uno dei suoi consiglieri dei Centri sociali, uno dei teppisti che vanno imbrattare quel patrimonio di arte e di storia di cui il loro capo si vanta, senza averne alcun merito, quando ripete compiaciuto ai mass-media che Napoli è piena di turisti. (LN 107/16).