(Lettera Napoletana) Alla fine la magistratura ha deciso di intervenire nello scandalo dei monumenti di Napoli, trasformati in giganteschi totem pubblicitari. L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), dopo un esposto dell’Associazione culturale “Mario Brancaccio”, ha chiesto al Comune di Napoli la documentazione relativa al progetto Monumentando, approvato dalla Giunta De Magistris alla fine del 2013. (cfr. IL MATTINO, 17.8.2016)
“Monumentando” prevede il restauro di 27 monumenti di Napoli (costo previsto, 3,5 milioni di euro) a carico di uno sponsor, l’agenzia di “comunicazione integrata” “Uno Outdoor srl”, unica partecipante alla gara di appalto indetta dal Comune che, per il tempo di durata del restauro, ha acquisito il diritto di installare maxi-pannelli pubblicitari sui monumenti oggetto del restauro e di vendere gli spazi pubblicitari.
Ma l’area interessata al restauro viene data in uso alla società prima della conclusione dell’iter di progettazione e dell’inizio dei lavori. Così il Ponte di Chiaia, realizzato nel 1636 dal Viceré spagnolo Manuel de Acevedo y Zuñiga e restaurato da Ferdinando II di Borbone nel 1834, è impacchettato da oltre un anno, le Torri Aragonesi, in via Nuova Marina, un’arteria attraversata da chiunque entri a Napoli dai raccordi autostradali, sono totalmente coperte alla vista da gigantesche installazioni pubblicitarie, la chiesa di Portosalvo, e l’adiacente Obelisco di Portosalvo, innalzato per celebrare la riconquista di Napoli e la vittoria sui giacobini da parte dell’Armata Cristiana e Reale del Cardinale Fabrizio Ruffo (13 giugno 1799) sono sepolti sotto giganteschi pannelli pubblicitari.
Per la progettazione e l’esecuzione del restauro dell’Obelisco di Portosalvo il Progetto Monumentando prevedeva 120 giorni complessivi, al costo di 70 mila euro, una somma assolutamente modesta. Il cantiere è stato ufficialmente aperto il 14 settembre 2015, ma i lavori in realtà non sono cominciati.
Quello dell’Obelisco di Portosalvo è uno scandalo nello scandalo. Un primo progetto di restauro del monumento è stato avviato addirittura nel 2004 con un finanziamento del Ministero per i Beni culturali. Il 6 aprile 2009, con un accordo sottoscritto tra Comune di Napoli, Curia Arcivescovile, e Soprintendenza ai Beni Architettonici, i lavori furono affidati alla Impredcost srl, poi diventata Grandi Progetti srl, una società che esegue “ a costo zero” restauri di monumenti in cambio della vendita di spazi pubblicitari. La formula era la stessa del progetto “Monumentando” della giunta De Magistris. Identico anche il risultato fallimentare.
Secondo dati pubblicati dal Corriere del Mezzogiorno (21.12.2010) il fitto dei maxi-tabelloni pubblicitari montati dalla Grandi Progetti srl sulle quattro facciate della cinquecentesca chiesa di Portosalvo rendeva 100 mila euro al mese alla società. Tra gli inserzionisti pubblicitari c’era lo stesso Comune di Napoli, che aveva acquistato uno spazio pubblicitario per il “Forum delle Culture 2013”.
Il Comune di Napoli, quindi, pagava per un restauro già finanziato dalla vendita degli spazi pubblicitari, un restauro che avrebbe dovuto essere ultimato entro 24 mesi dalla firma del contratto, ma non fu mai eseguito.
LETTERA NAPOLETANA denunciò lo scandalo del mancato restauro della chiesa e dell’Obelisco di Portosalvo nel 2011 e lanciò una petizione al sindaco De Magistris (leggi l’articolo).
L’appalto alla Grandi Progetti srl fu revocato, i maxi pannelli pubblicitari furono smontati, l’Obelisco di Portosalvo rimase imbragato in una intelaiatura in legno. Dopo 5 anni (12 dall’avvio del progetto di restauro), la situazione è rimasta la stessa. Alla intelaiatura in legno si è sostituito un pannello pubblicitario.
Secondo dati del quotidiano “Il MATTINO” (18.8.2016) la pubblicità di “Monumentando” è “un affare da 10 milioni”. “Solo il 25% dei guadagni stimati viene impegnato nei restauri”, che, al momento, sono stati ultimati solo per quattro o cinque tra fontane e monumenti minori sui 27 previsti.
“Mi aspetto di tutto, anche le cattiverie – ha detto l’amministratore unico di Uno Outdoor srl, Giuliano Annigliato – la verità è che De Magistris è un grande sindaco, che ha avviato il recupero di importanti monumenti a costo zero per la cittadinanza. Adesso se la prendono con noi per attaccare lui” (“IL MATTINO, 19.6.2016”).
Che l’amministratore della società che gestisce il grande business di Monumentando definisca De Magistris un “grande sindaco” non meraviglia. L’entusiasmo è probabilmente proporzionale ai guadagni. Molto diversamente la pensano i napoletani che vedono sparire i monumenti della città, sostituiti dai maxi-pannelli pubblicitari. Quello dello scambio pubblicità-restauri è un imbroglio, e adesso anche la magistratura vuole vederci chiaro. Il sindaco De Magistris non può continuare a fare finta di niente. (LN103/16)
22/08/2016