Napoletana) L’hanno chiamato “patto per il Sud”, ma è solo un accordo per garantirsi la sopravvivenza alle prossime elezioni regionali.
Il 13 giugno 2018, nel salone di Villa Pignatelli, a Napoli, i “Governatori”, cioè i presidenti delle giunte regionali di sei Regioni del Sud (Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Molise, Sicilia) hanno firmato un documento per chiedere al Governo un piano massiccio di assunzioni negli enti locali (Comuni e Regioni).
L’iniziativa è stata promossa del presidente della giunta regionale della Campania Vincenzo De Luca (Pd). Vi hanno aderito Michele Emiliano (Puglia, Pd), rappresentato dall’assessore al lavoro Sebastiano Leo, Mario Oliverio (Calabria, Pd), Marcello Pittella (Basilicata, Pd), Donato Toma (Molise, Forza Italia) e Nello Musumeci (Sicilia, centrodestra)
“Nei prossimi cinque anni – si afferma nel testo – nel nostro Paese andranno in pensione circa 450mila persone. Occorre accelerare fortemente i tempi di reintegro. Per il Sud – prosegue il testo – è una grande occasione per abbassare l’età media dei lavoratori e aumentare il numero dei laureati. Tutti obbiettivi che le sei regioni firmatarie (…) condividono e che possono perseguire senza costi ulteriori di bilancio pubblico perché tutte le assunzioni verranno effettuate rispettando i limiti di finanza pubblica vigenti” (Ansa, 13.6.2018).
Le assunzioni negli enti locali verrebbero precedute da corsi di formazione finanziati con 104 milioni di euro di fondi europei.
Almeno 10mila le assunzioni ed i tirocini previsti con il “patto” in Campania, dove nei prossimi tre anni dovrebbero andare in pensione circa 13mila impiegati di Comuni e Regione, le altre assunzioni andrebbero distribuite negli enti locali delle altre regioni meridionali. Per De Luca, promotore dell’iniziativa, si tratterebbe in realtà solo di una prima attuazione della sua proposta di un “piano-choc per il lavoro”, che prevederebbe “200mila assunzioni nelle regioni meridionali” (“La Città di Salerno”, 14.6.2018).
In Campania e Puglia si voterà per le regionali tra un anno e mezzo, nel 2020. In Calabria, nel 2019 e la campagna elettorale è già cominciata. Se il Governo dovesse accogliere la richiesta dei sei presidenti di Regione, De Luca, Emiliano, Oliverio – il cui partito, il Pd, è uscito pesantemente sconfitto dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018 – si presenterebbero alle elezioni con migliaia di assunzioni da gestire e far gestire dalla catena di assessori, sindaci, consiglieri, che sostengono il loro sistema di potere.
Vincenzo De Luca, che ha promosso il “patto per il Sud”, ha esultato: “tutto il Sud per la prima volta è compatto, al di là dei colori politici, nella tutela dei propri interessi. Se siamo uniti potremo difenderci meglio” (Ansa, 13.6.2018).
Effettivamente i “Governatori” per una volta non hanno tenuto conto di partiti e schieramenti di appartenenza, ma hanno saputo unirsi solo per puntellare il proprio potere.
Il preteso “patto per il Sud”, infatti, è un tentativo per poter mettere l’ipoteca su migliaia di posti di lavoro negli enti pubblici già destinati ad essere coperti con il fisiologico turn-over che, dunque, non produrrebbero nuova occupazione, né sviluppo. I presidenti di Regione, con la gestione della formazione e dei tirocini pagati con i fondi UE, si assicurerebbero voti.
In sostanza verrebbero centralizzate nelle mani dei “Governatori” le procedure di selezione dei candidati alle assunzioni negli enti locali e la loro formazione.
Quanto al “piano-choc” di De Luca (200mila assunzioni al Sud nella pubblica amministrazione) si tradurrebbe in una gigantesca operazione clientelare senza peraltro rispondere minimamente alle esigenze dell’Economia meridionale.
Tra il 2000 ed il 2017 il Sud ha perso per effetto dell’emigrazione 200mila laureati, secondo uno studio del prof. Gaetano Vecchione, docente di Economia politica all’Università Federico II (cfr. Rivista Economica del Mezzogiorno n. 3, settembre 2017). In alcune Regioni il tasso di perdita è altissimo: Campania -23%, Puglia -51%, Calabria -53%, Molise -61%, Basilicata -83%.
A questa emergenza il “patto” non darebbe alcuna risposta. L’esodo dei giovani laureati non sarà fermato dalla promessa di qualche migliaia di posti nel pubblico impiego. E l’Economia del Sud che – come ha ricordato lo stesso De Luca – “nel decennio della crisi (2007-2017) ha visto il suo Pil ridursi del 9.7 % ed aumentare il divario dal Nord” non ne trarrebbe vantaggi concreti.
Tanta la retorica spesa per coprire la misera sostanza del “patto”. “Oggi Napoli si è riconsacrata capitale del Mezzogiorno d’Italia”, ha commentato enfaticamente Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia (“la Repubblica, 13.6.2018). “Le altre Nazioni corrono e se non investiamo davvero sulla macchina amministrativa non possiamo fare quel salto di qualità con la velocità necessaria in un mondo globale”, ha detto il rappresentante del presidente della Puglia Michele Emiliano, l’assessore al lavoro Sebastiano Leo (Ansa, 13.6.2018), mentre per Vincenzo De Luca, presidente della Campania, il “patto” sarebbe l’inizio di “una grande battaglia comune” tra le Regioni meridionali. “Dobbiamo imparare a fare lobby in maniera positiva per tutelare le nostre comunità”, ha aggiunto De Luca.
Il rappresentante di Michele Emiliano ha aggiunto di suo l’apologia dell’immigrazionismo: “L’integrazione e la contaminazione – ha detto l’assessore pugliese Sebastiano Leo, che è ex presidente del Movimento “La Puglia per Vendola” – sono necessarie, penso che il migrante sia un’opportunità e una ricchezza, anche perché stiamo diventando vecchi, diminuiscono le nascite e il fatto di inserire nella società persone di altre terre che sono più giovani di noi è davvero una ricchezza”.
Un accordo per spartirsi le assunzioni nel pubblico impiego, uno spot per l’arrivo di nuovi immigrati in un Sud le cui strutture di assistenza già scoppiano. Queste le risposte dei “Governatori” (mancava il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, Pd) delle Regioni dove risiedono circa 18 milioni di meridionali. Il problema numero uno del Sud? È la sua classe politica. (LN124/18).