Lettera Napoletana n. 152 - Ottobre 2020
 
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Sud: Banco di Napoli, la Fondazione chiede un risarcimento “storico”

Sud: Banco di Napoli, la Fondazione chiede un risarcimento “storico”

La nuova dirigenza della Fondazione Banco di Napoli ha citato in Tribunale il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) con una richiesta di indennizzo di un miliardo di euro per i crediti recuperati del Banco di Napoli, del quale la Fondazione era il principale azionista.

Il Banco di Napoli fu dichiarato fallito nel 1996 dal Ministero del Tesoro retto da Carlo Azeglio Ciampi, svenduto nel 1997 alla cordata INA-BNL per 61,4 miliardi di vecchie lire (circa 30 milioni di euro) e poi rivenduto, a novembre del 2000, al Sanpaolo-IMI di Torino per 3mila 600 miliardi di vecchie lire. I crediti dichiarati inesigibili dal Ministero, e stimati in circa 6 miliardi di euro, furono affidati ad una bad bank, la SGA, che ne ha recuperato il 93% circa ...

I crediti recuperati sono stati utilizzati dal Governo Renzi, nel 2016, per rifinanziare il Monte dei Paschi di Siena, e poi dal Governo Gentiloni, nel 2017, per il salvataggio di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza.

LETTERA NAPOLETANA ha rivolto alcune domande al prof. Orazio Abbamonte, docente all’Università Luigi Vanvitelli e consigliere generale della Fondazione Banco di Napoli.

 
 
 
 
 

Ue: Philip M. Beattie, il Recovery Fund attacca sovranità e liberta concrete

Ue: Philip M. Beattie, il Recovery Fund attacca sovranità e liberta concrete

Quanto ci costeranno i soldi del Recovery Fund (Fondo per la ripresa ) dell’Unione Europea? Come sarà ripagato il prestito, e, soprattutto, a prezzo di quali libertà? Dietro gli “aiuti” dell’UE c’è l’obbiettivo del controllo ulteriore della Economia e della politica degli Stati nazionali da parte degli eurocrati di Bruxelles e dei poteri sovranazionali ?

LETTERA NAPOLETANA ne ha parlato con l’economista Philip M. Beattie, docente alla University of Malta.

Guarda la video-intervista integrale all’economista Philip M. Beattie

 
 
 
 
 

Coronavirus: quando la Chiesa era accanto agli ammalati

Coronavirus: quando la Chiesa era accanto agli ammalati

La Chiesa senza voce e subalterna al potere politico della pandemia da Coronavirus non ha precedenti nella Storia. A partire dal VI-VII secolo le pestilenze che periodicamente colpivano l’Occidente come l’Oriente trovavano Papi, Vescovi e Sacerdoti accanto ai fedeli nella preghiera, nell’amministrazione dei Sacramenti, nelle processioni nelle quali si esponevano le reliquie dei Santi più preziose, e nell’aiuto materiale agli ammalati. La Chiesa metteva a disposizione della società ammalate il proprio sapere.

Un articolo del prof. Cyrille Dounot, docente di Diritto Canonico all’Università di Auvergne (Francia), sulla rivista cattolica VERBO (n. 585-586, 2020) , del quale pubblichiamo una sintesi, ricostruisce il comportamento della Chiesa di fronte alle epidemie nei secoli scorsi.