Marco Crisconio
La stirpe longobarda dei Capuano. Patrizi Napolitani del Sedile di Portanova
Arte Tipografica Editrice, Napoli 2008, pp. 557
€ 35,00 + spese postali
Il volume raccoglie la storia, lungo l’arco di ben dodici secoli, della famiglia Capuano, una delle più antiche dei Patriziato della Città di Napoli, ricostruendone genealogia e vicende attraverso un corredo di fonti documentali e storiografiche particolarmente ricco ed autorevole.
I Capuano furono ascritti al Sedile di Portanova nell’anno 1343 e vi rimasero ininterrottamente fino all’abolizione dei Sedili stessi. Successivamente, i suoi componenti allistati nel cosiddetto “Libro d’Oro” continuarono a godere la loro nobiltà nell’unica Deputazione superstite dall’ancienne regime, quella della Cappella del Tesoro di San Gennaro.
La famiglia, di remota stirpe longobarda, vanta tra i propri membri personaggi di notevole spessore, come, all’inizio del IX secolo, Atenulfo I (morto il 14 aprile 912), primo Principe di Capua, coronato dall’Imperatore di Bisanzio Leone; Pandolfo I, soprannominato Capodiferro (morto il 12 maggio 93I), che ebbe in possesso Capua, Benevento, Salerno, il ducato di Spoleto ed il marchesato di Camerino e che diede rifugio, nel 966, a Papa Giovanni XIII, esiliato da Roma.
Sin da allora, le vicende della famiglia Capuano si intrecciano strettamente sia con la storia dei territori sotto il loro dominio che con la storia “maggiore” d’Europa.
Così fu, ad esempio, per il Cardinale Pietro il vecchio, Legato del Papa durante la quarta Crociata e benefattore di Amalfi, sua patria, alla quale donò la reliquia del corpo di S. Andrea, primo apostolo e patrono della città.
La galleria della famiglia Capuano attraversa i secoli e si è andata arricchendo di personaggi particolari, come Matteo (165I-1706), che nel 1702 fu prescelto per dare il benvenuto in Cattedrale a Re Filippo V, padre del futuro Re Carlo, in visita a Napoli, e che fu poi nominato Consigliere di Spada e Cappa del Regio Collaterale Consiglio;
o come suo cugino Carlo (1669 -1747) Marchese di Petina nel Molise, fu benefattore munifico del Pio Monte della Misericordia;
oppure, come Vincenzo (1635-1713) che sposò la Baronessa della Sala, Francesca del Giorno, erede dell’antico palazzo baronale di Portici conosciuto come “palazzo Capuano”, luogo di notevole rilevanza storica, purtroppo in buona parte abbattuto alla fine degli anni ’50 del secolo scorso per l’apertura di via Libertà, distruggendo incredibilmente i dipinti di Belisario Corenzio presenti in uno dei saloni.
In tempi più vicini ai nostri, si ricorda Gabriele (1831-1886), Soprintendente del Pio Monte dalla Misericordia, Soprintendente della Real Casa Santa dell’Annunziata, e Vice Superiore della Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, che con un lungo e ben argomentato intervento indirizzato al Governo dell’epoca, riuscì a salvare la Deputazione dalla chiusura prevista dalla legge del 13 dicembre 1865 sulla soppressione delle corporazioni e degli enti religiosi. Infine, Maurizio (1865-I925), che fondò la Società Meridionale Elettricità (SME).
Con perfetto e attento spirito di ricerca, nella seconda parte dell’opera vengono presentati i sunti, le trascrizioni e le immagini dei tanti documenti che ricostruiscono intriganti e spesso gustosi spaccati d’epoca, soprattutto per quanto riguarda i secoli XVI, XVII e XVIII
Autore dell’opera è Marco Crisconio, napoletano, funzionario di banca a riposo, Cavaliere di Malta e Consultore Araldico dell’Ordine. Da lungo tempo è membro del Collegio Araldico Romano ed è autore di numerosi saggi pubblicati sulla Rivista Araldica. In veste di esperto ha preso parte a conferenze e convegni.
Il volume può essere richiesto alla Fondazione Il Giglio ed è reperibile al book-shop del Museo di San Gennaro, presso il Duomo di Napoli.