La prematura morte di Fabio Bernabei: un protagonista della lotta alla dissoluzione morale, sociale e politica

Lunedì 30 maggio 2016 è morto Fabio Maria Bernabei, giornalista, saggista e promotore di azione civica e culturale. Nato a Roma il 1° novembre 1963, la sua prematura scomparsa è dovuta al ritorno di un tumore osseo, che l’aveva colpito quando aveva appena 16 anni, dal quale era quasi miracolosamente guarito ma che, decenni dopo, è tornato per stroncarlo a 52 anni di età.

Fabio Bernabei si era formato alla scuola contro-rivoluzionaria del prof. Plinio Corrêa de Oliveira, che aveva conosciuto in Brasile. Fin da quando aveva 20 anni, aveva collaborato a numerose iniziative in difesa della civiltà cristiana e contro la dissoluzione morale, sociale e politica. Ben presto era diventato socio fondatore prima del Centro Culturale Lepanto e poi dell’associazione Famiglia Domani. Nel 2006 era diventato presidente del Centro Lepanto, succedendo al dimissionario prof. Roberto de Mattei.

Esperto dei mass-media, specialmente elettronici, Fabio Bernabei ha promosso numerose campagne contro la “rivoluzione culturale” libertaria e radicale. In particolare, egli era noto a livello internazionale per le sue documentate e appassionate denunce del narcotraffico, dell’omosessualismo e della “cristianofobia”, indicandone anche le lobby e gli agenti responsabili. Queste sue campagne gli avevano attirato numerosi attacchi da parte del Partito Radicale Transnazionale e in particolare di Emma Bonino.

Egli era Direttore della testata online OsservatorioDroga.it, corrispondente della rivista internazionale antidroga Narkotikafigan, delegato italiano del National Rapresentative for European Cities Against Drugs (ECAD, Stoccolma) e del Drugs Watch International (DWI, Washington), consulente del Dipartimento per le Politiche Nazionali Antidroga presso il Governo italiano. Per la sua denuncia della “cultura droga”, egli aveva ricevuto a Dublino il prestigioso “Premio Internazionale Veronica Guerin”, categoria freelance journalist.

Fra i suoi libri, ricordiamo quelli dedicati alla confutazione della ideologia drogastica: Storia moderna della droga, I Libri del Borghese, Roma 2010; Cannabis medica?, Sugarco, Milano 2012; ma anche quello contro l’omosessualismo militante: Chiesa e omosessualità, Fede & Cultura, Verona 2009, e quello contro le politiche anticristiane occidentali: Cristianofobia. Quale libertà di apostolato per i cattolici oggi?, Solfanelli, Chieti 2010 (atti di un convegno romano da lui organizzato).

L’amico Fabio Bernabei si aggiunge così ad altri valorosi combattenti prematuramente scomparsi, come Mario Palmaro, Enzo Peserico, Bruto Maria Bruti. Invitiamo i nostri lettori a ricordare nelle loro preghiere e nei loro suffragi anche questa nobile anima che, nonostante i suoi problemi di salute, si è sempre impegnata con sacrificio e coraggio per la santa causa cattolica.

Requiescat in pace.

Guido Vignelli