Napoletana) Il Puy du Fou, parco a tema in Vandea (Francia nord-occidentale) fondato da Philippe de Villiers, rischia di dover rinunciare alla sua cinéscénie, una spettacolare ricostruzione all’aperto e dal vivo, su un’area di 23 ettari, della storia della regione centrata sulla strenua resistenza alla Rivoluzione francese, che impegna circa 4mila comparse volontarie, e di essere condannato alla chiusura.

È la conseguenza di un recente decreto del ministro della cultura francese Françòise Nyssen, che impone una serie di norme, di restrizioni e di regole che renderanno impossibile la rappresentazione.

«Su pressione della CGT (sindacato socialista francese) spettacolo – ha detto Philippe de Villiers al quotidiano Présent (16.3.2018) saremo obbligati a trasferire lo spettacolo al chiuso e a farlo iniziare “specificando la sua natura e la sua tipologia”. Temo il peggio, dovremo chiedere autorizzazioni ogni anno, dotarci di registri e di una contabilità centralizzata per i volontari. Il Puy du Fou ha 4mila volontari, ci è impossibile applicare questo decreto».

Il decreto del ministro Nyssen prevede, tra l’altro, che il monte ore destinato alla formazione dei 4mila volontari dovrà essere superiore a quello della partecipazione allo spettacolo della cinéscénie e che ciascun volontario non possa partecipare a più di 8 spettacoli all’anno. Da giugno ai primi di settembre, le rappresentazioni della cinéscénie sono 28.

«È il principio stesso di questa ideologia mortifera che denunciamo – ha detto ancora de Villiers, Visconte vandeano ed ex eurodeputato del Mouvement pour la France (MPF) e che mette in discussione il principio stesso del volontariato».

Fondato nel 1977, il Puy du Fou, che ha raggiunto i due milioni di visitatori all’anno, è uno straordinario esempio di parco a tema storico non allineato alla cultura del pensiero unico, ed insieme un fenomeno culturale e sociologico diventato anche un modello economico (indipendente ed autofinanziato) che fa leva sull’identità profondamente cattolica e tradizionale della Vandea.

Nel 2016 la Fondazione Puy du Fou, con una sottoscrizione che raccolse oltre 300mila euro di contributi privati, ha acquistato ad un’asta a Londra e riportato in Francia l’anello di Giovanna d’Arco, che la Santa portava al dito al momento del martirio a Rouen (30 maggio 1431). La straordinaria reliquia fu esposta al Puy du Fou nel corso di una cerimonia con quasi 5mila persone giunte da tutta la Francia (cfr. LN99/2019 http://www.editorialeilgiglio.it/tradizione-la-francia-cattolica-si-riprende-lanello-di-giovanna-).

Parchi a tema ispirati al modello del Puy du Fou sono stati inaugurati in Inghilterra, in Russia, in Olanda, Polonia e Spagna. Il suo fondatore, Philippe de Villiers, è stato premiato per la realizzazione nel 2017 con la “Hall of fame Haward”, primo francese ad ottenere il riconoscimento.

Per colpire il Puy du Fou la censura farebbe troppo rumore, ed ecco che il governo di Macron, il politico allevato dalla nomenklatura dell’Unione Europea, ricorre all’oppressione amministrativa, una delle componenti del totalitarismo. (LN121/18)

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