(Lettera Napoletana) – «Che non si illudano i Governi: la Religione è elemento di ordine e di forza; senza Religione non vi ha progresso civile. I più vasti Imperi caddero allorché persero ogni credenza (…) Corrompete i costumi e imperate, pare fosse la filosofia del nostro progresso: le conseguenze potrebbero essere le stesse».
Lo scriveva Francesco II di Borbone, in un manoscritto redatto negli anni dell’esilio ad Arco di Trento, scoperto e pubblicato qualche anno fa (AA. VV., Francesco II di Borbone. Il Re cattolico, a cura del Centro Studi sul Risorgimento e sugli Stati pre-unitari, Roma 2015).
Nella prefazione al libro, Mons. Luigi Negri, già Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, definisce la personalità dell’ultimo Re delle Due Sicilie, come una di quelle personalità «per cui la fede era il fondamento dell’esistenza e quindi la ragione d’essere della loro vita e delle funzione straordinaria che in modo cosciente e legittimamente acclarato avevano vissuto per i loro popoli e con i quali il legame non si spezzò mai, neanche nei momenti tristi dell’addio e dell’esilio».
E per Francesco II, che difese con onore da soldato la patria delle Due Sicilie e poi visse un lungo esilio, vivendo una vita modesta ad Arco di Trento, si avvicina il momento del riconoscimento dei suoi meriti.
Il 27 Dicembre scorso, durante la Messa organizzata nel 125° anniversario della morte dalla Fondazione Il Giglio e dal Movimento Neoborbonico, è stato annunciato l’avvio dell’iter canonico per l’apertura della causa di beatificazione, che sarà ufficiale con la firma del Cardinale Arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Il primo atto del processo canonico, seguito dal postulatore, avvocato Nicola Giampaolo, sarà la proclamazione di Francesco II quale “Servo di Dio”, il che autorizzerà il culto, la diffusione di preghiere a lui dedicate, la ricerca di miracoli. Il percorso è quello della beatificazione, già compiuto dalla madre, Maria Cristina, moglie di Ferdinando II, proclamata Beata nel 2014 dalla Chiesa.
Per questo risultato straordinario si è battuta in questi anni la Fondazione Francesco II delle Due Sicilie, animata dal sacerdote Don Luciano Rotolo e dallo scomparso Don Massimo Cuofano. In tanti hanno pregato, e continueranno a farlo – questo l’invito rivolto ai presenti alla Messa di suffragio dal presidente della Fondazione Il Giglio, Marina Carrese, per portare l’ultimo Re delle Due Sicilie alla gloria degli Altari. (LN142/19 )
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