(Lettera Napoletana) L’attesa per il “Re nostro” era grande a Napoli e nei territori dell’attuale Sud dell’Italia, che dall’età dei Normanni avevano condiviso una esperienza unitaria per cultura, lingua e modelli di amministrazione, al di là di specificità locali.

Carlo di Borbone (1716-1788) entrò a Napoli, dove ebbe un’accoglienza trionfale, il 10 maggio 1734 passando da Porta Capuana. Il 25 dello stesso mese la sua armata sconfisse definitivamente gli Austriaci a Bitonto, nelle Puglie, ed il 3 luglio 1735 fu incoronato nella Cattedrale di Palermo Rex utriusque Siciliae.

Non volle assumere il titolo di re con una numerazione specifica, per sottolineare l’indipendenza del nuovo regno. Fu il Sovrano – come scrive il prof. Gennaro De Crescenzo – della Reggia di Caserta, della fabbrica di porcellane di Capodimonte, del Teatro San Carlo, dell’inizio degli Scavi archeologici di Pompei ed Ercolano, della creazione del Reale Museo Borbonico con la collezione Farnese, ereditata dalla madre Elisabetta Farnese, del Real sito di Carditello, dell’acquedotto dei Ponti della Valle di Maddaloni, della creazione del catasto onciario del Regno, della creazione della prima zona industriale di Napoli, della riorganizzazione della Flotta, e di tante altre opere che fecero di Napoli una capitale di importanza mondiale.

A Carlo di Borbone, del quale il 20 gennaio 2016 ricorrono i 300 anni della nascita, è dedicato il Calendario delle Due Sicilie 2016 pubblicato dall’Editoriale Il Giglio. I testi sono del prof. Gennaro De Crescenzo. Le immagini d’epoca ripercorrono le tappe del Regno di Carlo fino al 6 ottobre 1759, anno in cui, in seguito alla morte di Fernando VI, gli successe sul trono di Spagna. Quest’ultimo, con la Prammatica firmata da Re Carlo nel giorno della sua partenza, fu diviso definitivamente nella successione dal torno di Napoli, dove salì il terzogenito di Carlo, Ferdinando. (LN94/15)

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