Il paradiso rosso: CUBA

Il regime castrista, instaurato con la rivoluzione del 1959, è uno dei miti comunisti più duraturi, fondato più che altro sull’immagine turistica dell’isola caraibica piuttosto che sull’osservazione della realtà nella quale è costretta a vivere la popolazione. Il regime comunista cubano, invece, è sempre stato uno dei più violenti e oppressivi del pianeta ed ha potuto reggere soltanto grazie ai finanziamenti provenienti dall’URRS, nell’ordine di migliaia di milioni di dollari, serviti esclusivamente per mantenere il controllo totale su ogni aspetto della vita di ciascun cittadino e non certo per limitare gli ipotetici danni economici dovuti al cosiddetto bloqueo, l’embargo commerciale e finanaziario americano, misura sempre ampiamente elusa dalle aziende internazionali. Le misere condizioni di vita dei cubani divennero tali sin dall’inizio della rivoluzione, che distrusse l’economia essenzialmente agricola del paese, nazionalizzò banche e aziende e tentò uno tipo di sviluppo industriale ideologico ma totalmente folle per un’isola priva delle materie prime necessarie a sostenere l’industria pesante dell’acciaio, mito dell’economia sovietica che Castro voleva riprodurre.

Le condizioni in cui versa la popoalzione cubana all’inizio del terzo millennio sono quelle descritte di seguito.

Il 70% degli impianti industriali è paralizzato; la produzione agricola è diminuita della metà rispetto al 1989; stesse percentuali per l’erogazione di servizi pubblici.

cubaoggiC’è più di un milione di disoccupati; ad essi bisogna aggiungere tutti i professionisti, soprattutto medici, che si sono dedicati a un lavoro clandestino nel settore dell’artigianato, perché si guadagna di più.

Il cibo è razionato nella misura di qualche chilo di riso e di grasso a testa per un mese; qualcosa in più viene assegnata ai bambini; le tessere annonarie non sono state mai abolite dalla metà degli anni ’60.

Saponette, dentifricio, detersivi ecc. hanno prezzi proibitivi e il regime, consapevole che nessuno se li può permettere, li fornisce in dotazione a tutti coloro che lavorano in strutture turistiche, insieme alla divisa.

Ci sono negozi per cubani e negozi per turisti; i cubani non possono accedere ai centri turistici.

Il 55% delle case di L’Avana non riceve direttamente acqua potabile; l’energia elettrica è razionata e viene sospesa a turni settimanali in ogni quartiere periferico; in compenso, la silhouette al neon del volto di Guevara si illumina ogni sera nella piazza principale di L’Avana;.

Non si possono tenere apparecchiature alimentate ad energia elettrica, né a pile; sono praticamente introvabili pezzi di ricambio meccanici e benzina.

Gli ospedali sono in uno stato di indigenza totale: non hanno garze, ovatta, medicinali; mancano antibiotici e nelle farmacie è introvabile anche una semplice aspirina, oppure i prezzi sono proibitivi. Dopo un’operazione chirurgica di qualsiasi gravità, chiunque non sia collegato ad apparecchiature mediche viene rimandato a casa in giornata

I settori medici d’avanguardia sono riservati agli stranieri, come fonte di valuta estera.

Le elezioni sono a lista unica, senza alcuna garanzia di privacy; non esiste stampa libera. La corruzione dilaga a tutti i livelli, soprattutto tra gli uomini dell’apparato.

Le prigioni cubane sono luoghi indescrivibili, veri gironi infernali dove si pratica la tortura e dove sono sistematicamente violati i minimi diritti umani; vi sono passati 400mila prigionieri politici; attualmente ne sono detenuti 21.900; le persone fucilate per motivi politici sono state 48mila.

Un milione e mezzo di cubani, su una popolazione di 11 milioni, vive in esilio.

In ogni luogo di lavoro c’è un informatore responsabile del controspionaggio, così come in ogni isolato residenziale ci sono un informatore per i servizi di spionaggio, uno per il controspionaggio, uno del Dti, il terzo servizio di controllo.

L’autorità ha il diritto di trattenere chiunque per tre settimane senza dare spiegazioni di sorta.

Il possesso di qualsiasi apparecchiatura non autorizzata (macchine da scrivere, fax, videocamere ecc.) è motivo di sospetto; è vietata la detenzione senza autorizzazione anche di oggetti e sostanze banali, come per es. smalto e acetone, con la motivazione che essi potrebbero essere utilizzati per confezionare ordigni.

Per uscire da Cuba bisogna ottenere un permesso dell’autorità, garantito da un cittadino straniero che si offra di ospitare il cubano; inutile dire che il prezzo di un biglietto aereo è proibitivo per chiunque.

Chi esce da Cuba deve rientrare assolutamente entro il limite massimo di un anno dalla partenza, pena l’espulsione automatica. Chi ha militato nell’esercito, con qualsiasi grado e mansione, non può lasciare Cuba prima che siano trascorsi 5 anni dal congedo.

Nella sola capitale ci sono 35mila prostitute; il 39% della popolazione dell’isola è dedita all’alcoolismo; un terzo delle ragazze tra i 15 e i 19 anni ha abortito almeno una volta; in totale si calcola che ogni dieci bambini concepiti, sei vengano abortiti; il tasso di suicidi è il più alto dell’emisfero: 18 su 100mila (nel 1950 era di 10 su 100mila).

Nel 1962 c’erano 2800 sacerdoti; ne furono espulsi 2400; attualmente ne sono rimasti 260 e ci sono 67 seminaristi; il 50% della popolazione è battezzato; dal 1959 è vietato costruire chiese; dal 1991 ai cristiani è permesso iscriversi al Partito e avere accesso, così, alle università e alla carriera lavorativa.

Coloro che nel 1997 parteciparono alle funzioni preparatorie alla visita del Papa Giovanni Paolo II subirono minacce; quello è stato il primo ed ultimo anno, dopo la rivoluzione, in cui il Natale sia stato festeggiato ufficialmente.

Organismi investigativi internazionali hanno accertato il coinvolgimento di esponenti della nomenklatura nel traffico di stupefacenti; le autorità cubane non hanno mai smentito, anzi, nel giugno 1989, in seguito ad esplicite accuse, processarono il generale Arnaldo Ochoa, eroe della rivoluzione, comandante del corpo di spedizione in Angola e membro del Comitato Centrale.

In realtà, sembra che lo stesso Governo cubano sia compromesso nel traffico di droga e che la condanna e la successiva fucilazione di Ochoa siano servite a prevenire attacchi politici e conseguenze internazionali.