(Lettera Napoletana) (di Guido Vignelli) Se, come diceva Augusto Del Noce, “rivoluzione” è la parola-chiave per capire il nostro presente, “contro-rivoluzione” è la parola-chiave per preparare il nostro futuro; è quindi importante conoscere i protagonisti del pensiero e dell’azione contro-rivoluzionari, un argomento che, sebbene sia così importante e formativo, in Italia è stato finora trascurato.
Pochi mesi fa è uscito un libro che ha il merito di rimediare a questa mancanza. Diego Benedetto Panetta, un giovane studioso di Gaeta laureato in giurisprudenza, ha scritto il chiaro e documentato saggio dedicato a “Il pensiero controrivoluzionario. Onore, fedeltà e bellezza al servizio di Dio”(Giubilei Regnani, Cesena 2020, pp. 272, € 19).
La Rivoluzione ha origini antichissime, risalenti alla gnosi anti-cristiana, alle eresie anti-ecclesiali e alle utopie anti-sociali; invece, la Contro-Rivoluzione ha origini molto più recenti, perché nacque solo alla fine del XVIII secolo come diagnosi della Rivoluzione Francese fatta alla luce della teologia agostiniana della Storia e della spiritualità diffusa dalla Compagnia di Gesù.
Lungo il XIX secolo, il pensiero contro-rivoluzionario è maturato grazie all’apporto della terza Scolastica, specialmente quella tomistica, e al sostegno del magistero ecclesiastico, specialmente quello pontificio. Ciò gli ha permesso sia di strutturarsi come una corrente filosofica, morale, giuridica e politica, sia di elaborare un piano di azione strategica capace d’influenzare l’opinione pubblica e la vita politica occidentale.
Ovviamente, Panetta non poteva trattare di tutti i numerosi autori contro-rivoluzionari, per cui ha dovuto fare una difficile selezione. Ha quindi scelto Joseph de Maistre, Juan Donoso-Cortés, Monaldo Leopardi, il principe di Canosa, Francisco Elìas de Tejada, Plinio Corrêa de Oliveira. A costoro, l’autore ha aggiunto Gustave Thibon, un grande scrittore che, pur non essendo un protagonista della scuola contro-rivoluzionaria, l’ha illustrata denunciando l’influenza della sensibilità e della mentalità rivoluzionarie nella vita quotidiana.
Alla sua lista di autori selezionati, Panetta ha curiosamente aggiunto Edmund Burke, il noto conservatore protestante che per primo criticò l’allora neonata Rivoluzione Francese, e Nicolàs Gòmez-Dàvila, un reazionario scettico i cui folgoranti aforismi contengono diagnosi tuttora usati nella polemica anti-rivoluzionaria. Questi due autori sono estranei alla scuola contro-rivoluzionaria, ma servono a confrontarla con quella conservatrice e con quella reazionaria.
È un peccato che alla lista manchino protagonisti come Jaime Balmes, Louis Veuillot, Henri Ramière e Jean Ousset; è poi strano che manchino Karl Ludwig von Haller e Louis de Bonald, due grandi giuristi certamente in sintonia con l’autore del libro.
Il prof. Giovanni Turco, docente di filosofia politica nell’Università di Udine, nella sua prefazione al libro qui recensito, ha evidenziato la differenza esistente tra la figura del conservatore, quella del reazionario e quella del contro-rivoluzionario. Il conservatore tenta di fermare il processo rivoluzionario nella sua fase presente, illudendosi di “salvare il salvabile” della civiltà sotto attacco; il reazionario si oppone a quel processo, rischiando però di restare subordinato alla strategia impostata dalla sovversione; il contro-rivoluzionario osa combattere quel processo con una strategia capace di vincerlo, risalendone alle origini culturali e perseguendolo nelle conseguenze sociali.
Il saggio di Panetta si conclude con una opportuna analisi della influenza che le autentiche rivelazioni private – specialmente quella di Gesù Cristo a santa Margherita Maria Alacoque e quella della Madonna ai veggenti di Fatima – hanno avuto sulla nascita sia della spiritualità contro-rivoluzionaria che dell’azione storica dei suoi movimenti religiosi e politici. Ad esempio, i Vandeani francesi, gli Insorgenti italiani, i Carlisti spagnoli, i Cristeros messicani e i cruzados spagnoli contrastarono le varie fasi della Rivoluzione sotto l’insegna del Sacro Cuore e della Beatissima Vergine. (LN158/21)
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