(Lettera Napoletana) Mentre aumenta l’allarme per gli effetti sismici del bradisismo in atto nell’area dei Campi Flegrei, tra Pozzuoli e la zona occidentale di Napoli, torna di attualità la prevenzione anti-sismica che già a fine ‘700, dopo il rovinoso terremoto che colpì la Sicilia e la Calabria, i Borbone attuarono nel Regno delle Due Sicilie.
Riproponiamo un articolo, tratto da un Convegno del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), apparso sul sito web edilportale.com (29.08.2016).
«Non solo tecniche e materiali moderni. Per la messa in sicurezza antisismica si può guardare anche al passato. Ad esempio al regolamento antisismico europeo del 1785, adottato nel regno di Ferdinando IV di Borbone, dopo il sisma del 1783 che distrusse intere città tra Sicilia e Calabria e causò circa 50mila vittime.
Urbanistica nel regolamento antisismico di epoca borbonica
La ricostruzione avvenne in pochi anni, facendo ricorso a maestranze e materiali locali. Alcune città, completamente spazzate via dal sisma, vennero rilocalizzate in aree più sicure, mentre altre, come ad esempio Reggio Calabria, furono ricostruite nello stesso luogo.
Si utilizzò un sistema nuovo, in grado di scongiurare il collasso strutturale in caso di sisma e di limitare i danni a persone e cose. Le “nuove” regole costruttive prevedevano sezioni stradali pari a 10-13 metri per le strade principali e 6-8 metri per quelle secondarie. Le città dovevano inoltre essere dotate di piazze maggiori per i mercati e piazze minori. Numero e dimensioni delle piazze dovevano essere calcolate in base al numero della popolazione ed essere pensate per fungere anche da rifugio in caso di emergenza.
Struttura degli edifici nel regolamento antisismico borbonico
La vera innovazione apportata dagli ingegneri dell’epoca fu l’inserimento di una struttura tridimensionale in materiale ligneo nelle murature in materiale lapideo. Nacque così la “casa baraccata”, in cui il legno rappresenta un’armatura interna in grado di resistere alle sollecitazioni sismiche.
L’idea nacque studiando altri esempi di costruzioni, realizzate nell’area mediterranea, che avevano resistito ai terremoti. Uno di questi era il Palazzo del Conte di Nocera a Filogaso (Vibo Valentia) che era stato costruito prima del 1783 con una analoga struttura lignea e fu l’unico edificio a rimanere in piedi dopo il sisma. Un altro esempio è la “gaiola pombalina” portoghese, adottata dopo il terremoto di Lisbona del 1755.
Soluzioni simili sono state adottate anche in Turchia. Sono le “himis”, che nel terremoto del 1999 sono rimaste in piedi a dispetto di molte costruzioni in cemento armato.
Antisismica borbonica oggi
Il CNR nel 2013, al Convegno internazionale H.Ea.R.T (Historic Earthquake-Resistant Timber Frames in the Mediterranean Area) svoltosi a Cosenza il 4 e 5 Novembre 2013 ha dimostrato che il sistema costruttivo della casa baraccata può resistere a terremoti di una certa rilevanza. Durante il convegno è stata realizzata una muratura rinforzata da un’intelaiatura lignea utilizzando il sistema costruttivo settecentesco.
Dopo una serie di test è stato decretato che questa tecnologia, con dettagli costruttivi moderni e fatti i dovuti approfondimenti, può essere applicata alle nuove costruzioni». (LN/176/24)
Leggi l’articolo sull’antisismica dei Borbone sul sito web del CNR