(Lettera Napoletana) “Vaincre ou mourir” (“Vincere o morire”), il docufilm sulla rivolta della Vandea (1793-1796) contro la Rivoluzione francese, è adesso disponibile in Dvd.
Centrato sulla figura di Charette, il capo degli insorti realisti e contro-rivoluzionari, il film è uscito in Francia il 25 gennaio 2023 in oltre 180 cinema, totalizzando quasi 300mila spettatori fino a luglio scorso (cfr. Ouest France, 29.5.2023).
Il 25 luglio la Tv francese “Canal+”ha trasmesso il film in prima serata. Un successo straordinario per un’opera che ricostruisce una pagina fondamentale della Rivoluzione francese, il primo genocidio dell’età moderna, che fu attuato contro i Vandeani e costò tra i 170mila e i 300mila morti.
Uno dei maggiori studiosi contemporanei della resistenza vandeana, Reynald Secher, autore del saggio La Vendée-Vengé: le génocide franco-français (Presses universitaires de France, 1986. trad. it. “Il genocidio vandeano, Effedieffe, 1989), è tra gli storici intervistati nel docufilm.
Alla realizzazione del docufilm, girato all’interno del Puy du Fou, parco a tema in Vandea (2,3 milioni di visitatori nel 2022), che ha coprodotto l’opera, hanno contribuito gli oltre 4mila attori non professionisti e volontari che interpretano da anni lo spettacolo della Cinéscénie, una ricostruzione della storia della regione nord-occidentale della Francia.
Le “colonne infernali”, truppe della Convenzione rivoluzionaria, non risparmiarono sacerdoti, donne e bambini nel primo massacro di massa dell’età moderna.
Charette, arrestato dai “bleus” – come i vandeani chiamavano per il colore delle loro divise i soldati della Rivoluzione – fu fucilato a Nantes il 29 Marzo 1796 dalle truppe del generale Louis-Lazare Hoche.
La riproposizione di queste verità della Storia, con uno strumento mediatico efficace, ha provocato la reazione isterica della Sinistra francese, che si è vista attaccata su un terreno di proprio dominio esclusivo, quello del cinema e dei contenuti per tv e piattaforme in streaming.
Libération ha dedicato la prima pagina (25.01.2023) all’uscita del film, che ha definito una “riscrittura della storia della Rivoluzione francese” su “uno schema reazionario e fazioso” ed ha accusato le autorità politiche e culturali per averne permesso l’uscita.
Il canale televisivo Euronews, finanziato dalla UE, che trasmette in 155 Paesi, ha ripreso integralmente le critiche di Libération sul proprio sito Web (29.01.2023), accusando gli autori di “promuovere il pensiero dell’estrema Destra” ed aggiungendo che si tratterebbe di un film “brutto”. (LN174/24)
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