Si sono raccolti in più di 100 Martedì 27 Dicembre, a Napoli, nella chiesa di S. Maria della Vittoria per la Messa in suffragio del Servo di Dio S.M. Francesco II di Borbone, a 128 anni dalla scomparsa dell’ultimo Re delle Due Sicilie.
La celebrazione, in rito Tridentino, è stata organizzata dalla Fondazione il Giglio e dal Movimento Neoborbonico, con il patrocinio del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e la partecipazione del volontari del “I° Reggimento Re”.
All’omelia, il celebrante, Don Antonio Luiso, ha ricordato il senso dell’onore di Francesco II, “verso Dio, e verso i sudditi delle Due Sicilie, che lo rende degno di diventare Santo”.
In un articolo appena pubblicato sulla “Italian Review of Legal History” (n. 8, 2022) la professoressa Carmela Maria Spadaro, dell’Università Federico II, ha analizzato la concezione della sovranità dei Borbone-Due Sicilie, che orgogliosamente collegavano “alla antica Monarchia di Re Ruggiero”, come Francesco II ripeterà anche nel proclama da Gaeta l’8 Dicembre 1860.
Tale concezione è quella della Christiformitas, cioè della conformità a Cristo del Re. “Il sovrano a Deo coronato(incoronato da Dio)– ha scritto la studiosa – fonda la validità del suo potere manifestandosi come imitatore di Cristo, ed in tal modo rende ragione del titolo di cui è investito”.
La vita di Re Francesco II, soldato valoroso quando fu necessario esserlo, politico lungimirante con le misure ed i progetti adottati nella pur brevissima parentesi di Regno, e poi testimone nella sofferenza e nella povertà dell’esilio, si è ispirata a quel modello.