Il politologo Átila Amaral Brilhante, docente all’Universidade Federal do Ceará e dottore di ricerca dell’University College London, analizza il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile svoltesi il 2 Ottobre.


(LETTERA NAPOLETANA) (di Átila Amaral Brilhante) Due giorni prima delle elezioni presidenziali, gli Istituti di ricerca demoscopica più famosi in Brasile davano questi pronostici per i due candidati Bolsonaro e Lula: IPEC/GLOBO: Bolsonaro 34% – Lula 52%; DATAFOLHA: Bolsonaro 36% – Lula 50 %; QUEST/GENIAL: Bolsonaro 36% – Lula 51%.

Il risultato elettorale è stato: Bolsonaro 43,2 % – Lula 48,4 %, con un distacco tra i due candidati del 5,2%, molto al di sotto delle stime dei sondaggisti, che sono state amplificate dai grandi mass-media, che prospettavano una vittoria di Lula al primo turno.

Come si spiegano questi scostamenti così grandi tra i sondaggi ed i risultati reali? Certo la metodologia utilizzata può dare qualche risposta, ma è strano che gli errori nei sondaggi per i Governatori degli Stati, per il Senato, per i deputati federali e per quelli dei singoli Stati, siano quasi sempre in favore della Sinistra. Le ricerche demoscopiche sono usare molto spesso per condizionare il voto.

Il quotidiano A Folha de São Paulo ed il Gruppo editoriale GLOBO sono radicalmente ostili al presidente uscente Jair Bolsonaro e si sono serviti ampiamente dei sondaggi che gli attribuivano falsamente un consenso scarso.

I risultati del voto per la Camera Federale dimostrano che Bolsonaro ha rafforzato la sua base di consenso ed ha guadagnato importanti alleati. Il suo partito, il PL (Partido liberal) è quello che ha eletto il maggior numero di deputati: 99. I partiti di Destra e di Sinistra sono cresciuti, il Centro si è un po’ ristretto. La sinistra è riuscita ad eleggere alcuni noti attivisti ambientalisti e di minoranze identitarie, ma al Senato, dove Bolsonaro era maggiormente in difficoltà, c’è stata un’avanzata significativa del partito del presidente e dei partiti alleati. È il Senato che può contrastare l’attivismo giudiziario del STF (Tribunale Supremo Federale)che ha ridotto la Costituzione a un giocattolo in mano alla magistratura.

Nel complesso, il nuovo parlamento federale (Camera e Senato) è più favorevole al presidente uscente del precedente. È aumentato anche il numero di Governatori favorevoli a Bolsonaro e diversi suoiministri sono stati elettiin incarichi pubblici.

Lula è molto conosciuto, è sostenuto dai mass-media, dalla quasi totalità dei circa 15mila sindacati esistenti in Brasile, da diversi partiti, da ampi settori dell’apparato statale, da sindaci e Governatori degli Stati, soprattutto nel Nord-Est del Paese. È stato assolto dal STF soprattutto perché non c’era un altro candidato che potesse misurarsi con Bolsonaro. È molto abile ed utilizza il ricordo dei suoi primi quattro anni di presidenza, dal 2003 al 2006, durante i quali la congiuntura economica internazionale era favorevole all’export del Brasile, per fare confronti con quella attuale che è pessima. In realtà la situazione economica del nostro Paese è privilegiata se la paragoniamo a quella dell’Europa e degli USA: siamo in deflazione, abbiamo l’occupazione in crescita e raccolti da record.

La popolazione più povera però sta cominciando solo adesso ad avvertire gli effetti di un processo virtuoso, che ha migliorato la situazione complessiva, ma non al punto da migliorare significativamente la sua condizione. Al secondo turno, che si svolgerà il 30 Ottobre, la strategia di Bolsonaro dovrebbe puntare a far comprendere che il Brasile sta camminando nella direzione giusta dell’interesse generale.

L’apparato mass-mediatico che ogni giorno ordisce complotti contro Bolsonaro aveva già preparato la festa per la sua uscita di scena. Ma le cose sono andate diversamente e la Provvidenza ha voluto che continui a scalare la ripida montagna della rielezione. (LN166/22)