(Lettera Napoletana) – C’è ancora tanto da studiare e da sapere sull’assedio di Gaeta del 1860-61.
Liquidato in poche righe sui libri di scuola, marginalizzato dalle cattedre universitarie di “Storia del Risorgimento” (peraltro in via di estinzione), quell’assedio di 100 giorni (6 Novembre 1860-14 febbraio 1851) è una delle pagine più imbarazzanti per la costruzione della post-verità sull’unificazione dell’Italia.
A Gaeta, dove l’Esercito delle Due Sicilie si era arroccato a difendere la Patria Napolitana, infatti, il coraggio e l’eroismo stavano da una parte sola, quella dei difensori, che tennero testa agli invasori piemontesi ed ai loro cannoni che potevano colpire da 6 km di distanza mentre loro restavano fuori bersaglio, all’epidemia di tifo, alla fame, alla diserzione ed al tradimento delle potenze internazionali alleate.
L’Editoriale Il Giglio ha appena pubblicato una nuova edizione, in una nuova traduzione di Rita Jandoli, del “Diario” del giornalista francese Charles Garnier(Diario dell’assedio di Gaeta, Editoriale Il Giglio, Napoli 2022, pp. 123, € 12).
“Non c’è dubbio – scrive nell’introduzioneil prof. Gennaro De Crescenzo – che, in oltre un secolo e mezzo, ai popoli dell’attuale Sud dell’Italia, sia mancata proprio quell’epica, anzi il racconto della propria storia è stato troppo spesso segnato da cancellazioni, da mistificazioni, dalla diffusione di luoghi comuni…”
Ed il Journal du siège de Gaëte, redatto giorno per giorno dal legittimista Charles Garnier, che il 14 Febbraio 1861 si imbarcò insieme al re Francesco II ed alla regina Maria Sofia sulla nave francese “Mouette” verso l’esilio a Roma, è un contributo importante da offrire alle nuove generazioni per la ricostruzione dell’epopea delle Due Sicilie, una nazione unita per oltre sette secoli, che si difendeva dall’attacco ideologico del liberalismo e dal Piemonte, che ne era diventato il braccio armato.
Certo, Garnier è schierato dalla parte dei Borbone, per i quali non nasconde l’ammirazione, ma la sua testimonianza diretta è una fonte da cui nessuno studioso può prescindere.
Con il suo stile da corrispondente di guerra, il giornalista francese contribuì ad alimentare in Francia ed in Europa (non in Italia, dove il nuovo regime aveva tutto l’interesse a silenziare l’accaduto) la popolarità degli ultimi sovrani delle Due Sicilie e l’ammirazione per i difensori di Gaeta.
Il Diario fu pubblicato a caldo, nel 1861, a Parigi ed a Bruxelles e, nonostante la censura piemontese, a Napoli. La eco di questo instant-book dedicato a un tornante della Storia ha resistito negli anni e, ancora nel 2020, una ristampa del Journal è stata pubblicata in India, a New Delhi.
Sull’importanza della stampa per rendere giustizia alla Storia, Garnier aveva visto lontano. “La stampa è l’arma moderna per definizione – scrisse nel 1873 – ha preceduto il fucile, e gli sopravviverà (…) opporsi ovunque con una stampa di verità alla stampa rivoluzionaria, ecco il compito più urgente”. Il suo Diario dell’assedio di Gaeta, adesso di nuovo disponibile, è un’arma efficace per contrastare la manipolazione della Storia. (LN164/22)
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