(Lettera Napoletana) Jair Bolsonaro, nuovo presidente del Brasile in carica dal 1 Gennaio 2019, prova a cambiare il Paese-continente dell’America latina, un “gigante”, bloccato dallo statalismo dell’Economia, dalla corruzione e dall’ideologia marxista del PT (Partido dos Trabalhadores), che ha eletto gli ultimi quattro presidenti della Repubblica dal 2002 e governato per quasi 20 anni.
Il PT è ancora fortemente radicato nella grande macchina statale della Confederazione brasiliana ed occupa i posti chiave nella cultura, nei mass-media e nello spettacolo. La rete assistenziale creata dal PT con i programmi “Fome zero” e “Bolsa familia” (2003) continua ad assicurare consensi all’ex presidente e leader del PT Lula (Luis Inácio Lula da Silva) arrestato per corruzione e detenuto in regime attenuato. Nel Nord-Est del Paese, l’area più povera, che comprende nove Stati, il 43% circa degli oltre 56 milioni di abitanti percepisce l’assegno di Bolsa Familia.
Sui primi mesi di governo di Bolsonaro, Capitano dell’Esercito in riserva di 63 anni, eletto sull’onda di una straordinaria reazione del paese reale brasiliano con 57.7 milioni di voti (55,2%) (cfr. LN 128/18 ) Lettera Napoletana ha rivolto alcune domande al prof. Átila Amaral Brilhante, docente di Filosofia politica all’Universidade Federal do Ceara e titolare di un dottorato di ricerca all’University College London (UCL).
D. Che giudizio si può dare dei sei primi mesi di Governo del neo-presidente Bolsonaro?
R. Il Governo Bolsonaro sta imprimendo al Paese una direzione molto diversa da quella del PT. Sta dando segnali di cambiamento importanti e ben visibili. Il numero dei ministeri è stato ridotto ed i ministri hanno un profilo più tecnico. In diversi settori sono state varati provvedimenti anti-corruzione mentre si registra un sensibile calo del numero degli omicidi.
Ci sono poi provvedimenti meno visibili, che produrranno effetti a lungo termine, come l’accordo di libero scambio firmato per conto del Mercosur (Mercato comune dell’America meridionale) con l’Unione Europea, misure per la sburocratizzazione e l’agevolazione dell’attività imprenditoriale e la semplificazione delle procedure nelle opere pubbliche. Nella Cultura e nella Educazione il governo sta provando ad introdurre nuovi modelli di gestione, ma qui alcune scelte sbagliate ed una strategia d’azione non bene definita stanno favorendo l’opposizione di docenti e funzionari, in gran parte legati alla sinistra politica.
Il governo Bolsonaro non ha una maggioranza che lo sostiene in parlamento e si trova ad affrontare partiti regionali e nazionali radicati da anni. C’è anche una certa mancanza di coesione nella comunicazione del Governo, l’inesperienza di molti parlamentari e ministri, ed a volte qualche dichiarazione inopportuna dello stesso presidente. Tutto questo produce un quadro politico un po’ agitato.
Bolsonaro ha contro gran parte dei mass-media, della cultura e della vecchia politica. Ciò nonostante, sta riuscendo ad ottenere risultati importanti. La riforma previdenziale, non ancora approvata definitivamente, è uno di essi. Insomma, nonostante alcune pecche, bisogna valutare positivamente l’azione del Governo finora, anche se deve migliorare molto la capacità di comunicare quanto si fa.
D. L’Europa sta vivendo una contrapposizione tra élites sovversive e popolo, con le prime che controllano mass-media e cultura e tentano di imporre il pensiero unico del politically correct. Questo schema si ripete in Brasile, oppure ci sono differenza significative?
R. I grandi mass-media fanno una opposizione feroce al Governo Bolsonaro e sono allineati al pensiero progressista che domina le Università, la cultura e lo spettacolo. Vogliono ridurre il confronto sui temi sociali e politici ad una discussione interna della sinistra. Ma la presenza di nuove forze politiche a destra sta creando difficoltà allo schieramento progressista. Prima della campagna elettorale di Bolsonaro non si parlava del pensiero politically correct, e Bolsonaro ha avuto successo nel metterlo in discussione. Dall’altra parte, bisogna osservare che esistono settori della popolazione più povera che sono ostili all’ideologia del politically correct, ma votano a sinistra per paura di perdere i benefici dei programmi di assistenza. Le forze politiche contrarie alla normalizzazione del pensiero unico non dispongono di una organizzazione adeguata per assestare colpi più pesanti ai gruppi che giustificano la criminalità, sfruttano propagandisticamente i problemi razziali ed impongono la polizia del pensiero nel linguaggio.
D. C’è poi la resistenza degli apparati statali al nuovo Governo….
R. Nell’amministrazione federale, in quelle dei singoli Stati e dei Municipi, c’è un buon numero di dipendenti influenzati dai sindacati di sinistra. Non parlo dei funzionari con contratti a termine, che cambiano ad ogni nuova amministrazione, ma di quelli assunti a tempo indeterminato. Di solito i mass-media non appoggiano le loro proteste perché si tratta di garantiti, che guadagnano meglio dei funzionari del settore privato. Ma poiché sono contro il Governo, scioperi e proteste sono amplificati. Il nuovo Governo, però, deve assegnare molti incarichi federali ed ha l’appoggio di un buon numero di governatori e sindaci delle regioni più ricche del Brasile. Certo, non si può negare che anche qui, in diversi settori dello Stato, esiste qualcosa di simile a quello che negli Usa chiamano deep State.
D. Su quali punti della sua agenda anti-progressista e non allineata al politically correct Bolsonaro sta ottenendo i risultati migliori, e su quali, invece, trova maggiori difficoltà?
R. Nei finanziamenti alla cultura, il Governo ha introdotto novità importanti. La legge sugli incentivi alla cultura, che prevede l’esenzione dalla tasse, era utilizzata per finanziare artisti già ricchi e famosi, quasi tutti di sinistra e spettacoli costosissimi, quasi sempre legati ai temi LGBT e non ai valori tradizionali. Ci sono novità anche nella normativa sull’acquisto delle armi, che diventa più facile, e negli standard ambientali. L’attenzione principale del Ministero della Cittadinanza e della Donna è rivolta alla protezione dei bambini, Prima tutto era concentrato sulla protezione degli omosessuali e si fornivano statistiche false per gonfiare di molto gli episodi di persecuzione. È diventato più facile discutere di una serie di temi che prima erano quasi proibiti. Certo, a volte il presidente Bolsonaro fa delle battute polemiche imbarazzanti, che potrebbe risparmiarsi perché non servono alle battaglie conservatrici, ma solo ad alimentare gli attacchi di una stampa che è già schierata contro di lui.
D. Quanto pesa la situazione economica nel giudizio dell’opinione pubblica sul Governo?
R. Perchè il Governo Bolsonaro possa realizzare il suo programma è estremamente importante che il Brasile riprenda a crescere. Il recente successo sulla riforma previdenziale offre buone chances alla ripresa economica nei prossimi anni, ma la disoccupazione resta alta. Il potenziale produttivo delle imprese è molto ampio e l’accelerazione dell’Economia può avvenire senza la necessità di investimenti nei beni capitali e quindi senza generare inflazione della domanda. Ma il Governo deve stare attento alle manovre delle imprese partecipate della sinistra per sabotare il cambiamento e deve vigilare sulla magistratura, che, durante i mandati dei presidenti Dilma Rousseff e Michel Temer ha assunto anche le funzioni del potere legislativo. Una crescita economica ed una occupazione ferme ai livelli attuali sarebbero letali per qualunque governo. Il programma economico è giusto, anche se il Governo non lo sta attuando al meglio. C’è una enorme debolezza nella Comunicazione, soprattutto nei settori dove si concentra la maggiore opposizione, e nell’Educazione non si vede ancora una linea chiara. In parte per le resistenze che il Governo deve affrontare in questo settore, in parte per le idee non sufficientemente chiare del Governo stesso. (LN 137/19)