Ritratto di un sovrano che amò sinceramente il suo popolo

Su Francesco II di Borbone si è detto e scritto troppo poco.

 

A causa della breve durata del suo regno, ma soprattutto a causa della cancellazione della memoria e della demonizzazione del passato applicate scientificamente dopo l’unificazione d’Italia, su Francesco II le informazioni sono scarse e di solito denigratorie: era giovane; incapace; probabilmente succube di un padre, Ferdinando II, dalla personalità ingombrante; impreparato al comando; indeciso; imbelle. Persino sul piano personale, la propaganda ha infierito, accusandolo di non essere all’altezza anche nei rapporti con la moglie, essendo cattolico e di delicata spiritualità e, dunque, certamente un credulone superstizioso.

 

La realtà fu ben diversa, ovviamente, e per giungere a questa conclusione basta pensare alla vita di Francesco II dopo la fine del Regno delle Due Sicilie.

 

Ridotto in povertà, avendo lasciato il Regno senza portare con sé neppure il patrimonio di famiglia; dignitoso ed umile sempre; consapevole del senso della storia e del ruolo svolto come Re e come uomo, di fronte alla Provvidenza.

 

Francesco II resta un esempio e un riferimento per chiunque voglia ritrovare le tracce di un’identità culturale sepolta sotto quasi 150 anni di menzogne e ideologie, ma ancora viva e in attesa di essere portata alla luce.

 

Il testo che mettiamo a disposizione dei nostri lettori nella pagina dei Downloads/Documenti di storia delle Due Sicilie, è stato scritto in occasione della Messa di suffragio per il 130° anniversario della morte di Francesco II, celebrata a Siderno per iniziativa dell’Associazione Culturale Due Sicilie.

 

Ne è autrice la prof. Mariolina Spadaro, ricercatrice presso dell’Università Federico II di Napoli, che ha pubblicato numerosi saggi sulla storia del Regno delle Due Sicilie, a partire dall’epoca spagnola.