(Lettera Napoletana) Per il genetista francese Jérôme Lejeune (1926-1994) è aperta la strada dell’elevazione alla gloria degli altari.
Lo ha annunciato la postulatrice della causa di beatificazione dello scienziato e militante del diritto alla vita, Aude Dugast, in un’intervista al quotidiano Présent (27.4.2019). “Ho la speranza che il dossier di quasi mille pagine depositato ad Aprile 2017 sia esaminato prima dei 10 anni che abitualmente trascorrono”, ha detto la postulatrice.
Il dossier è la Positio, cioè la documentazione necessaria, nel processo di canonizzazione, perché l’interessato sia proclamato Venerabile. Il prof. Lejeune è stato proclamato nel 2007 Servo di Dio dalla Chiesa cattolica, prima tappa nel cammino verso l’accertamento della santità.
Una biografia dello scienziato, a cura di Aude Degast (Jérôme Lejeune. La libertè du savant. Artège Edition, Perpignan 2019, pp. 480, € 22), è stata appena pubblicata in Francia.
Nato a Montrouge, nei pressi di Parigi, nel 1926, divenne ricercatore all’Ospedale pediatrico “Trosseau”. A partire dal 1953, insieme al prof. Raymond Turpin si dedicò allo studio dei pazienti affetti dalla sindrome di Down, scoprendo nel 1959 insieme a Turpin ed alla ricercatrice Marthe Gautier che la causa del ritardo mentale è un’anomalia cromosomica.
Divenne responsabile dell’Unità di citogenetica all’Ospedale pediatrico Necker di Parigi, dove nel 1963 descrisse in termini scientifici, sulla base della trisomia (anomalia genomica determinata dalla presenza di un cromosoma in più), una sindrome alla quale fu dato il nome di sindrome di Lejeune.
Docente di genetica all’Università di Parigi dal 1964, componente del Pontificio Consiglio delle Scienze e del Pontificio Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari, fu eletto all’Accademia di Scienze morali e politiche ed alla Accademia Nazionale di Medicina di Francia (1981 e 1983).
Dottore honoris causa di diverse Università e chiamato a far parte di numerose Accademie, Jérôme Lejeune era destinato al Premio Nobel per la Medicina, dal quale fu escluso solo per le sue posizioni coraggiose in difesa del diritto della vita, contro l’aborto, la contraccezione, la fecondazione in vitro. Attaccò pubblicamente l’ONU, definendola “una istituzione di morte”. La risposta fu il boicottaggio delle istituzioni, il taglio dei finanziamenti alle sue ricerche, l’isolamento nella comunità scientifica, fino alle minacce di morte scritte sui muri di Parigi dei gruppi abortisti.
Nel 1981 partecipò a Roma al Congresso di Europa Pro Vita, nell’anno dello svolgimento in Italia del referendum sulla legge 194/78, che legalizzò l’aborto.
Presidente onorario di “SOS futures mères”, prima associazione pro-life in Francia, frequentatore dei Convegni dell’Office internationale des oeuvres de formation civique et d’action culturelle selon le droit naturel et chrétien, fondato da Jean Ousset, che riuniva il meglio dell’associazionismo cattolico e tradizionalista, il prof. Lejeune si schierò, con la sua autorevolezza scientifica, in difesa dell’autenticità della Sacra Sindone, il lenzuolo che avvolse Gesù nel sepolcro.
Nell’Ottobre 1993 gli fu diagnosticato un tumore al polmone. Lui annunciò alla moglie ed ai cinque figli che non sarebbe morto prima della Pasqua successiva. A Febbraio del 1994 Giovanni Paolo II lo nominò presidente della Pontificia Accademia per la Vita appena costituita e della quale aveva posto le fondamenta. Poté presiederla per poche settimane. Jérôme Lejeune morì in ospedale il 3 Aprile 1994.
In America latina una petizione chiese l’apertura del suo processo di canonizzazione. Nel 1996 è nata la Fondazione Jérôme Lejeune per la cura, la ricerca e la difesa delle persone con malattie mentali.
Il 25 Febbraio 2007, il Cardinale Andrè Vingt-Trois, Arcivescovo di Parigi, nominò il postulatore della causa di beatificazione del grande scienziato cattolico, dichiarato Servo di Dio. La fase diocesana del processo di canonizzazione si è conclusa nel 2012 nella Cattedrale di Notre-Dame.
In Francia, in Europa e negli Stati Uniti, grazie a siti web e conferenze, la sua memoria è andata ingigantendosi, ed ora perfino una biografia a fumetti ne ricorda la vita (Jérôme Lejeune, serviteur de la vie, a cura di Gaëtan Évrard e Dominique Bar, Edition du Triomphe, Parigi 2019, pp. 40, € 15.90).
«Le parole di Jérôme Lejeune sono una gioia per l’intelligenza – ha detto a Présent la postulatrice della causa di beatificazione Aude Dugast, che si è trasferita a Roma per seguire gli sviluppi del processo – la deformazione intellettuale e la deformazione delle coscienze sono insidiosissime e lui ha la capacità di purificare l’intelletto. Le sue affermazioni sono così chiare che indicano immediatamente la linea da seguire, ci purificano dalle scorie del politicamente corretto». (LN134/19)
Guarda la presentazione del libro “Jérôme Lejeune, La liberté du savant”, di Aude Dugast