Luigi Borgia A.I.H.

Lo stemma del Regno delle Due Sicile

Edizioni Polistampa, Firenze 2002, 83 pagine; formato 21,5×28; 15 tavole a colori nel testo; 2 tavole genealogiche fuori testo

€ 25,00 + spese postali

Le insegne nobiliari di una casata rappresentano, attraverso il simbolismo di colori e partizioni, le vicende che nel corso dei secoli hanno fondato e forgiato quella famiglia; se poi la casata è di stirpe regale, quelle vicende coincidono con la storia stessa dei Regni e dei popoli che ne sono parte.

È per questo che le armi dei Re sventolano sulle bandiere dei Regni e ad esse i soldati giurano fedeltà e gli uomini rendono onore. È per questo che, quando un Regno viene conquistato dal nemico, questi ne spezza le armi, per spezzare anche i legami di amore e fedeltà che uniscono i Re ed i popoli.

L’opera di cancellazione delle insegne borboniche ebbe inizio all’indomani dell’invasione piemontese: persino i gigli che abbellivano le facciate dei palazzi furono spicconati, affinché non rimanesse traccia della secolare storia che univa i Borbone ai popoli delle Due Sicilie. Negli uffici, nei tribunali, nelle università, nei teatri, lo stemma della dinastia napoletana fu asportato e sostituito da quello sabaudo: in questo modo i nuovi regnanti marcavano i confini del territorio di cui si erano appropriati.

Così avvenne, per esempio, dell’emblema reale delle Due Sicilie posto sull’arco scenico del teatro San Carlo: nascosto sotto lo scudo piemontese, è stato riscoperto e ripristinato soltanto dopo 140 anni.

Gli stemmi, dunque, sono simboli che significano molto più di ciò che mostrano. Se si vuole conoscere la propria storia, non si può prescindere dal conoscere la storia dei propri simboli e, tra essi, lo stemma che sventola sulla bandiera nazionale è senz’altro il più importante .

In questo interessante e documentato studio, Luigi Borgia ricostruisce la storia dello stemma di Casa Borbone Due Sicilie, uno dei più complessi ma anche dei meglio conosciuti nella sua composizione, poiché i legami familiari, di alleanza, di dominio, di pretenzione che vi sono indicati si riferiscono alle più antiche ed importanti dinastie d’Europa. A partire da quello scudetto centrale posto al di sopra delle altre armi, che risale a Carlo d’Angiò.

Nella forma in cui lo conosciamo, lo stemma fu definito nel 1816 da Ferdinando IV Re di Napoli quando, al termine del nefasto periodo delle invasioni napoleoniche, volle celebrare la restaurazione del Regno assumendo il titolo di Ferdinando I Re delle Due Sicilie.

Il Borgia analizza la composizione di ciascun quarto dello stemma, spiegando nel dettaglio le armi reali angioine, di Spagna, di Napoli e di Gerusalemme; le armi ducali di Parma e Piacenza; quelle granducali di Toscana; le collane degli ordini cavallereschi. I diversi passaggi araldici sono evidenziati da 15 tavole illustrative a colori e l’opera è completata da due tavole allegate che ricostruiscono la genealogia dei Borbone, in rapporto alle Case regnanti europee e ai propri discendenti, fino ai giorni nostri.

Un libro indispensabile per ricostruire la genesi del Regno delle Due Sicilie e di quella dinastia di “santi Re e belle Regine” che più di ogni altra seppe interpretarne la storia e l’identità.