La teoria evoluzionista, espressa da Charles Darwin nell’opera Sull’origine delle specie (prima edizione 1859 – ultima e definitiva 1872), nonostante siano passati 140 anni, è ancora considerata “la teoria” per eccellenza circa la comparsa della vita sulla Terra ed è comunemente ritenuta una teoria “scientifica” a pieno titolo, pienamente accreditata presso tutte le Università e nella Comunità scientifica.
A differenza di quanto avvenuto in tutti gli altri ambiti di ricerca, nei quali le teorie elaborate soltanto 50 anni fa sono ormai considerate superate oppure sono state inglobate in teorie più ampie, nel caso dell’evoluzionismo, invece, nulla è stato modificato rispetto all’impianto originario, benché essa non sia stata dimostrata né avvalorata dalle ricerche sul campo, anzi, nonostante ogni nuova scoperta paleontologica abbia costretto gli evoluzionisti a modificare le “conclusioni” alla quali erano arrivati in precedenza.
E nessun elemento sostanziale della teoria è stato modificato neppure di fronte alle innumerevoli “bufale” paleologiche che, dopo essere state presentate in Convegni scientifici immancabilmente come scoperte “dell’anello mancante”, si sono rivelate dei falsi, o peggio delle truffe.
I principi “scientifici” della teoria
L’evoluzionismo sostiene che, sin dall’origine della vita sulla Terra, sarebbe in corso un processo continuo di perfezionamento che va dall’inferiore al superiore, dal semplice alcomplesso.
Tale processo avrebbe determinato la comparsa casuale della vita sul pianeta e l’altrettanto casuale esistenza di un limitatissimo numero di organismi iniziali, i progenitori comuni, che differenziandosi gradualmente e lentamente, nel corso di milioni di anni, avrebbero dato luogo a tutte le specie viventi, animali e vegetali.
Più due specie divergono tra loro, più precocemente avrebbero iniziato il processo di differenziazione dal progenitore comune, percorrendo rami evolutivi diversi.
La differenziazione sarebbe avvenuta attraverso una serie di modificazioni casuali, determinate dal “cieco caso”. Tra le infinite modificazioni possibili ed effettivamente avvenute, sarebbero state conservare e tramandate alla discendenza soltanto quelle rivelatesi vantaggiose per l’individuo ai fini dell’adattamento all’ambiente e della sopravvivenza, cioè vincenti nella spietata lotta per la sopravvivenza.
Secondo gli evoluzionisti, infatti,soltanto a posteriori avverrebbe la verifica del maggiore o minore vantaggio apportato dalle modificazioni intervenute, cioè soltanto dopo che esse si siano prodotte e manifestate in un individuo; la selezione naturale garantirebbe la scelta delle modificazioni vantaggiose, dato che quelle svantaggiose sarebbero sempre mortali per gli individui portatori.
Oggi sappiamo che qualsiasi modificazione in questione, vantaggiosa o no, deve essere avvenuta a livello genetico.
E, quindi, riassumendo, dovremmo dire che, secondo gli evoluzionisti:
una serie di minimi errori del dna, cumulati nel tempo, avrebbe dato luogo alle macrodifferenziazioni tra diverse specie di animali e vegetali, cosicché,
pochi organismi monocellulari primitivi, usciti dal “brodo primordiale”, si sarebbero differenziati nei milioni di specie / classi / famiglie ecc, dal virus all’elefante, al cipresso;
gli stadi intermedi di ciascuna specie, semievoluti avrebbero subíto l’effetto della selezione naturale, riproducendo nelle successive generazioni, tra le diverse nuove caratteristiche emerse, solo quelle che si erano rivelate vantaggiose dopo la loro comparsa.
Dalla “scienza” all’ideologia
L’impianto teorico evoluzionistico è uscito presto dall’ambito delle scienze naturali e biologiche per estendersi all’analisi socio–culturale. Il termine evoluzione è divenuto sinonimo di progresso.
Infatti, si è teorizzato che la società e la cultura evolvano anch’esse verso forme più complesse, superiori, attraverso un processo mosso anche in questo caso dalla lotta per la sopravvivenza sociale;
ogni stadio successivo sarebbe migliore del precedente per definizione;
ogni progresso sarebbe evolutivo e quindi positivo;
l’evoluzionesarebbe permanente e continua, e con essa la lotta per l’esistenza che ne è il motore.
L’evoluzione prossima ventura
La convinzione che la teoria evoluzionistica sia un dato di fatto certo è tanto radicata che oggi si è passati ad ipotizzare le future linee evolutive delle specie animali e vegetali attualmente esistenti. Ovviamente si tratta di ipotesi di pura fantasia, ma spacciate per “scientifiche” e divulgate anche al grande pubblico sotto forma di “documentari scientifici”, con l’aiuto della computer-grafica che permette di inventare bizzarri animali e di farli muovere in ambienti “naturali” virtuali. Ci sono canali televisivi satellitari specializzati in questo settore, ma anche trasmissioni su reti commerciali, come Solaris (Rete 4), Atlantide (La 7) ecc., che ospitano spesso documentari di questo genere, molto seguiti soprattutto dai bambini a causa della fascia oraria in cui vanno in onda.
In realtà, l’evoluzionismo è una teoria mai dimostrata e mai avvalorata da prove veramente scientifiche, cioè con risultati certi e ripetibili.