Charles Robert Darwin (Shrewsbury 1809 – Down 1882)
Figlio di un’agiata famiglia borghese, studiò per 2 anni medicina ad Edimburgo, poi passò agli studi ecclesiastici al Christ’s College di Cambridge, infine si dedicò alle scienze naturali, conseguendo la laurea nel 1831.
Nello stesso anno, partì con la spedizione del capitano Fitzroy, sul brigantino Beagle, verso le coste orientali del Sud America, le isole del Pacifico, tra cui Galapagos e Nuova Zelanda, e le coste dell’Australia. Il viaggio durò cinque anni e da esso Darwin riportò una gran mole di documenti e di osservazioni, che raccolse in diverse opere pubblicate al ritorno in patria. Del 1840 è Viaggio di un naturalista intorno al mondo, in cui sono riportare le sue note di viaggio.
La prima edizione de L’origine delle specie attraverso la selezione naturale, l’opera in cui espresse la teoria che prese il nome di darwinismo e poi di evoluzionismo, vide la luce soltanto nel 1859; ad essa fecero seguito diverse revisioni, fino all’ultima e definitiva edizione del 1872.
Al di là delle biografie ufficiali, di Darwin non si sa molto. Sembra che non fosse ateo, anzi chiude la sua opera maggiore con un inno al Creatore. D’altra parte, nelle sue Note segrete – ritrovate soltanto nel 1937 – mostra di aver abbracciato idee materialiste e di essere divenuto discepolo di Comte.
Non è certo neppure che abbia fatto parte di circoli massonici o di società segrete, ma è certo che ne facessero parte diversi suoi amici e collaboratori ed, inoltre, le modalità di diffusione delle sue teorie gettano un’ombra equivoca sulla sua indipendenza intellettuale.
Infatti, mentre altri scienziati “innovatori”, in possesso di prove ben più evidenti e risultati effettivamente scientifici, dovettero lottare a lungo contro l’ostracismo delle Accademie, Darwin non solo non ebbe oppositori, nonostante l’effetto dirompente che sicuramente produssero le sue idee nell’Inghilterra puritana dell’’800, ma fu atteso e accolto come portatore della verità. La prima tiratura della sua opera – oltre 1500 copie – andò letteralmente a ruba e fu esaurita in pochi giorni.
Il sospetto che il darwinismo sia stato considerato “utile” da ambienti anticristiani dotati di mezzi e di influenza sul piano culturale ed accademico è quantomeno giustificato, soprattutto se si tiene conte delle origini dalle quali parte e delle teorie che ne sono scaturite successivamente.
A monte del darwinismo, per ammissione di Darwin stesso, si trova la teoria
dell’economista inglese Thomas Robert Malthus (1766-1834), secondo la quale la popolazione cresce ad un ritmo di molto superiore (in progressione geometrica) rispetto ai mezzi di sopravvivenza (che crescono in progressione aritmetica). Questa sarebbe la causa determinante della miseria nella quale versano ampi strati di popolazione, situazione particolarmente evidente al tempo in cui Malthus scriveva, cioè in piena rivoluzione industriale. Guerre, carestie, epidemie sono mezzi efficaci per limitare la natalità ma, precisa Malthus, poiché il fenomeno della sovrappopolazione riguarda specialmente quelle fasce di popolazione già povere, è su queste che si deve agire con tutti i sistemi adatti a scoraggiare la procreazione: una severa pressione morale che imponga il celibato e l’abolizione di ogni aiuto caritativo che sollevi le condizioni di indigenza sociale ed economica. Il neomaltusianesimo arriverà a teorizzare l’uso su vasta scala, più o meno volontario e consapevole, di mezzi anticoncezionali.
La questione che viene posta immediatamente da questa teoria è chi sia abilitato a procreare e chi sia preposto a prendere decisioni su questa materia.
La risposta è stata formulata da un’altra teoria, l’eugenetica, elaborata nel
1885 circa da Francis Galton, cugino di Darwin, la quale enunciava la necessità di impedire, attraverso la sterilizzazione, “la moltiplicazione degli inetti e degli individui socialmente indesiderabili” e di favorire, per contro, la “riproduzione dei meglio dotati per migliorare la razza”. Inutile dire che “i meglio dotati” hanno tutte le caratteristiche delle classi superiori (upper class): bianchi, anglosassoni e protestanti (wasp).
Il nesso con il darwinismo e con le teorie evoluzionistiche è evidente, come pure il forte legame con posizioni razziste che, in vari momenti storici e in luoghi diversi, sono state la causa di veri e propri genocidi.
L’eugenetica ebbe una notevole diffusione, non solo in Inghilterra dove fu istituita una cattedra all’Università di Londra, ma in tutto il mondo: ancora oggi, in ben 27 Stati Usa, in Svezia, Svizzera, Danimarca e Canada ci sono leggi che prevedono la sterilizzazione eugenetica.
Malthusianesimo, darwinismo ed eugenetica hanno eredi e prosecutori sia diretti che indiretti, a volte insospettabili. Tra questi ultimi si distinguono i movimenti abortisti e a favore dell’eutanasia ma, soprattutto, gli ecologisti e naturalisti, i cui fondatori sono stati spesso membri delle varie organizzazioni eugenetiche, come Julian Huxley fondatore del WWF e presidente della Società Eugenetica Britannica, oppure Alessandro Ghigi padre dell’ecologismo italiano, fondatore della Federazione Nazionale Pro Natura, la più antica associazione ambientalista nazionale, e anche vicepresidente della Società Italiana di Genetica ed Eugenetica.
Un cenno va fatto anche a varie Organizzazioni internazionali che si occupano degli aiuti ai Paesi del cosiddetto Terzo Mondo. Fondo Monetario Internazionale, OMS, FAO, agenzie ONU sono solite imporre, ai Paesi che ricevono finanziamenti, l’introduzione nelle proprie legislazioni di sistemi di “controllo delle nascite” e anche della legalizzazione dell’aborto. Un esempio recente è fornito dall’intervento dell’UNFPA nei Paesi colpiti dallo tsunami dello scorso 26 dicembre 2004. Il Fondo per la Popolazione, agenzia dell’ONU, in sole ventiquattrore ha stanziato un milione di dollari per “interventi di salute riproduttiva” a favore delle popolazioni colpite, inoltre ha lanciato una raccolta pubblica di fondi, con obiettivo 28 milioni di dollari, per “ristabilire i servizi di salute riproduttiva e l’acquisto di prodotti di salute riproduttiva”. Tutto questo si traduce, stando ai documenti UNFPA, in “kit di salute riproduttiva” che contengono preservativi, contraccettivi orali e iniettabili, ed attrezzature per “l’emergenza ostetrica” comprensive di aspiratori manuali utilizzati nella pratica dell’aborto. Ogni kit copre il “fabbisogno” di 10-15mila persone per un periodo di tre mesi.