(Lettera Napoletana) È giunta al terzo volume la pubblicazione delle opere complete del Principe di Canosa a cura di Gianandrea de Antonellis. Il terzo volume, come il quarto di prossima pubblicazione, raccoglie gli scritti politici della sua ampia produzione, non solo politica ma filosofica e teologica, che comprende anche articoli giornalistici ed alcune opere teatrali.
Antonio Capece Minutolo, Principe di Canosa (1768-1838), politico ed intellettuale napoletano, è il più lucido e coraggioso esponente della reazione che nel Regno di Napoli e poi delle Due Sicilie si manifestò di fronte all’aggressione delle idee e delle armi rivoluzionarie provenienti dalla Francia.
Gianandrea de Antonellis, ottimo conoscitore del pensiero di Canosa e già autore dell’antologia “Il Principe di Canosa profeta delle Due Sicilie” (Editoriale Il Giglio, Napoli 2018) dopo un paziente lavoro di raccolta e riordinamento degli scritti dell’autore de “I pifferi di montagna”, in parte ancora inediti, ne ha avviato per l’Editore Solfanelli, di Chieti, la pubblicazione.
Il piano dell’opera prevede otto volumi. Oltre ai quattro dei saggi politici, un quinto che raccoglie i saggi minori e le opere letterarie, un sesto con gli articoli sulle riviste, ed un settimo sui saggi teologici e diversi. L’ultimo volume raccoglierà l’epistolario del Canosa.
Lo sforzo intellettuale ed editoriale è notevole. Il lavoro – come scrive nell’Introduzione all’opera il prof. Miguel Ayuso – è straordinario ed ha il merito di mettere a disposizione degli studiosi e delle nuove generazioni il pensiero di un autore che la storiografia risorgimentale e la divulgazione hanno demonizzato o rappresentato in maniera approssimativa se non caricaturale.
Se per Benedetto Croce il Principe di Canosa sarebbe stato “il Don Chisciotte della reazione”, pur non essendo il personaggio sanguinario e violento descritto dal liberale Pietro Colletta, dalle lettere pubblicate dal crociano Walter Maturi nella sua biografia (1944) affiora un personaggio di grandissimo rilievo e dotato di qualità politiche dimostrate come ministro di Polizia e di una capacità di prevedere gli avvenimenti che ne fanno un “profeta” o uno “storico dell’avvenire”, secondo una definizione già utilizzata per Joseph de Maistre. Con il grande teorico della Contro-Rivoluzione, il Principe napoletano era in contatto e con lui condivise il destino di una vita dedicata alla difesa della legittimità, perfino a dispetto dei Re, dei diritti della Chiesa, del ruolo delle élites nobiliari. E la scelta dinon piegare mai la testadi fronte ai nemici ed alle avversità. (LN168/22)
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